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Vino Valle d’Aosta

I vini valdostani sono davvero unici e rappresentano un piccolo tesoretto del mondo enologico italiano. Il freddo e la montagna sono i comuni denominatori delle espressioni valdostane, che nascono da una viticoltura eroica e faticosa, praticata anche ad oltre 1000 metri di altitudine su suoli rocciosi e scoscesi a temperature rigide e quasi inospitali. Tra il gelo delle Alpi, racchiuse tra le più imponenti e maestose cime europee, come il Monte Bianco e il Monte Rosa, le viti di Petite Arvine, Chardonnay, Petit Rouge, Pinot Noir e Fumin si sono adattate meravigliosamente a queste terre e danno alla luce espressioni fresche e leggere, con una forte impronta minerale.

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I vini valdostani sono davvero unici e rappresentano un piccolo tesoretto del mondo enologico italiano. Il freddo e la montagna sono i comuni denominatori delle espressioni valdostane, che nascono da una viticoltura eroica e faticosa, praticata anche ad oltre 1000 metri di altitudine su suoli rocciosi e scoscesi a temperature rigide e quasi inospitali. Tra il gelo delle Alpi, racchiuse tra le più imponenti e maestose cime europee, come il Monte Bianco e il Monte Rosa, le viti di Petite Arvine, Chardonnay, Petit Rouge, Pinot Noir e Fumin si sono adattate meravigliosamente a queste terre e danno alla luce espressioni fresche e leggere, con una forte impronta minerale.

Un territorio estremo e prezioso

La Valle d’Aosta, situata nel confine nord-occidentale dell’Italia, è la regione più piccola e meno popolata di tutta la nostra penisola. Come testimoniano il bilinguismo e le antiche tradizioni locali, è sempre stata influenzata dai cugini d’oltralpe, al punto da diventare un centro di fusione delle culture francesi e italiane. Si tratta della regione italiana più montuosa, che ospita al suo interno i più grandi Giganti delle Alpi, come, per citarne alcuni, il Monte Bianco (4.810 mt), il Monte Rosa (4.634 mt), il Monte Cervino (4.478 mt) e il Gran Paradiso (4.061 mt). L’abbondanza di flora e la ricca biodiversità animale hanno permesso lo sviluppo di un’ampia area protetta, con riserve e parchi naturali, meta ogni anno di un elevato turismo. Tuttavia anche lo sci, l’alpinismo, le attività estive come le escursioni tra i sentieri panoramici, il rafting e il trekking attraggono un numero sempre più elevato di visitatori da tutto il mondo.

Il territorio è tagliato in due da nord-est a sud-ovest dal corso della Dora Baltea che crea una sorta di curva a gomito e discende verso sud nella Pianura Padana per versarsi nel Po. Nell’area settentrionale-occidentale c’è la zona più impervia, ricca di maestose montagne e dominata dal gelo, nella zona più meridionale-orientale, invece, l’altitudine decresce e le montagne scendono dolcemente verso il Piemonte. Su entrambi i versanti la vite si è adattata all’ambiente e cresce in piccoli fazzoletti di terra ritagliati dalla montagna. La viticoltura è dura, “eroica” e faticosa, spingendosi, soprattutto a nord, oltre ai 1000 metri di altitudine tra ripidi muri rocciosi. Il clima sicuramente non aiuta perché le escursioni termiche sono molto importanti e le piogge poco frequenti, rendendolo particolarmente secco e arido. In questo contesto estremo e unico nascono i vini Valle d’Aosta che riescono a condensare tutta la freschezza alpina e la mineralità conferita dalle pareti rocciose.

Tra le viti coltivate troviamo un abbondante numero di varietà autoctone, come la famosa uva a bacca bianca Petite Arvine, il Fumin, il Prie Blanc, il Petit Rouge, il Cornalin e molte alte, affiancate anche da varietà diffuse a livello internazionale, come Chardonnay, Pinot Noir, Gamay e Pinot Grigio.

Le aree più importanti del vino della Valle d’Aosta

In questo piccolo scrigno enologico è presenta una sola D.O.P che copre tutta la superficie ed è suddivisa in sette sottozone da ovest a est:

Il Blanc Morgex de la Salle è la prima zona che si incontra scendendo da nord-ovest. È sicuramente la più estrema dove le bellissime viti di Prie Blanc si arrampicano fino ad altitudini estreme (terrazzate ad oltre 1000 mt). Qui si producono un buon numero di bianchi dal profilo leggero, lievemente aspro e fresco, e, ultimamente, anche spumanti molto interessanti.

Procedendo verso valle, nei pressi della città di Aosta, da vigneti di Petit Rouge, coltivati ad altitudini che a volte superano anche i 700 metri di altezza sopra al livello del mare, si producono i rossi Enfer d’Arvrier e Torrette, ma anche altri bianchi a base di Petite Arvine. Si tratta di espressioni di media struttura e dalla beva scorrevole, ideate per essere consumate subito. In queste aree risiedono alcuni dei più famosi produttori regionali come Les Cretes, Chateau Feuillet e Ottin.

Ad est del capoluogo troviamo la denominazione Nus, che prevede la produzione di un rosso molto originale a base di una rara uva a bacca rossa, il Vien de Nus. Famosa è anche la produzione di versioni bianche secche o passite con Malvoisie.

Lo Chambave, poco più ad est, è una delle più celebri denominazioni regionali che prevede la produzione di vini rossi a base di Petit Rouge e Gamay e, soprattutto, bianchi secchi o ricercati passiti da uve Moscato Bianco.

Le ultime due sottozone dedicate alla produzione di vino valdostano sono Arnad Montjovet e Donnas, che vedono un’ampia produzione di rossi con uve Nebbiolo, chiamato localmente Picoutener (in dialetto locale vuol dire “dalla buccia sottile”). Queste denominazioni hanno molti tratti comuni con i rossi piemontesi, infatti basta pensare che Donnas si trova a una decina di chilometri dalla celebre area piemontese del Carema.

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