Regione | Friuli Venezia Giulia (Italia) |
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Anno fondazione | 1980 |
Ettari vitati | 35 |
Produzione annuale | 160.000 bt |
Indirizzo | Castelvecchio, Via Castelnuovo, 2 - 34078 Sagrado (GO) |
Enologo | Erika Barbieri |
Castelvecchio è una cantina inserita nel meraviglioso contesto naturalistico del Carso Goriziano, più precisamente presso la cittadina di Sagrado. La forte influenza slovena in questa zona è esplicata non solo dal riconoscimento e la tutela della lingua, ma anche nella cultura e nelle tradizioni vinicole. Territorio da sempre fortemente vocato alla viticultura, ha saputo richiamare l’attenzione di Leopoldo Terraneo, fondatore della cantina, innamoratosi della Villa Veneta di Torre Hohelohe, che negli anni ’80 venne totalmente convertita a fattoria agricola, che valorizzasse il terroir carsico. Riesce, da decenni ormai, ad esprimere la forte ed identitaria personalità classica, attraverso etichette particolarmente originali, dietro alle quali si nasconde spesso una grande ricerca di perfezione.
I rossi e i bianchi di Castelvecchio sono ottenuti sia da vitigni internazionali che, in particolar modo, da uve autoctone, tra le quali annoveriamo la Vitovska, la Malvasia Istriana ed il Refosco dal Peduncolo Rosso. Tra i 120 ettari di proprietà della cantina, situati all’interno di un Parco Naturale composto da suoli di roccia calcarea e di terra rossa, 35 ettari certificati biologici sono dedicati a viti che superano i 35 anni di età, circondati da una biodiversità unica costituita da uliveti ed alberi da frutto. Di particolare interesse è la presenza della rinomata Bora, vento sferzante, che attraversa le piante mantenendole in buona salute e scongiurando l’attacco di muffe dannose. La vendemmia avviene manualmente e la fase di vinificazione viene svolta da lieviti selezionati, all’interno di vasche di acciaio inossidabile, che risaltano fortemente le caratteristiche tipiche del varietale, a cui si intende dare particolare risalto.
Ne risultano vini che Castelvecchio riesce a rendere particolarmente piacevoli, freschi e persistenti. Sovente, in queste etichette, si ritrova il carattere minerale che le uve amano ereditare da questi particolari terreni. Di particolare interesse è la Malvasia “Dileo” alla quale vengono applicati due tipi di maturazione: una parte dei grappoli viene parzialmente recisa e lasciata ad appassire sulla pianta, le altre vengono lasciate e surmaturare leggermente, così da ottenere un bianco dal carattere unico e complesso. Una conferma che tutti gli anni giunge quasi spontanea, presso le terre carsiche, una chance che vale la pena di essere sfruttata.