Vini Umbria

I vini dell’Umbria rappresentano un’eccellenza nel panorama enologico della nostra penisola e da alcuni decenni si stanno ritagliando un importante spazio per il loro carattere di autenticità territoriale. L’Umbria è una regione famosa per la bellezza della sua natura incontaminata, per la ricchezza artistica delle sue splendide città e dei suoi caratteristici borghi storici. Tuttavia il cuore verde d’Italia è conosciuto anche per un’antica cultura enoica. Le origini della coltivazione della vite risalgono addirittura al periodo della civiltà etrusca e hanno poi trovato pieno sviluppo durante l’epoca romana. Nel corso dei secoli, la tradizione della vigna è stata tramandata di generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri. Seguendo le più antiche consuetudini, è stata privilegiata la coltivazione delle varietà autoctone, che da sempre dimorano tra le splendide colline del paesaggio umbro. Grazie a questa scelta coerente e coraggiosa, l’Umbria ha saputo conservare un aspetto tipico e vero, senza facili concessioni alle mode e senza rincorrere il successo dei più famosi vitigni internazionali.

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91 -@@-9-James Suckling
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3 -@@-2-Vitae AIS
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2 -@@-1-Gambero Rosso
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2 -@@-1-Gambero Rosso
3 -@@-2-Vitae AIS
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5 -@@-3-Bibenda
94 -@@-5-Veronelli
4 -@@-2-Vitae AIS
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93 -@@-9-James Suckling
3 -@@-1-Gambero Rosso
4 -@@-2-Vitae AIS
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2 -@@-1-Gambero Rosso
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97 -@@-14-Decanter
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94 -@@-5-Veronelli
4 -@@-4-Espresso
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93 -@@-11-Luca Maroni
94 -@@-5-Veronelli
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88 -@@-5-Veronelli
8,90 
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87 -@@-5-Veronelli
22,00 
87 -@@-5-Veronelli
13,00 
92 -@@-9-James Suckling
87 -@@-5-Veronelli
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26,90 
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I vini dell’Umbria rappresentano un’eccellenza nel panorama enologico della nostra penisola e da alcuni decenni si stanno ritagliando un importante spazio per il loro carattere di autenticità territoriale. L’Umbria è una regione famosa per la bellezza della sua natura incontaminata, per la ricchezza artistica delle sue splendide città e dei suoi caratteristici borghi storici. Tuttavia il cuore verde d’Italia è conosciuto anche per un’antica cultura enoica. Le origini della coltivazione della vite risalgono addirittura al periodo della civiltà etrusca e hanno poi trovato pieno sviluppo durante l’epoca romana. Nel corso dei secoli, la tradizione della vigna è stata tramandata di generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri. Seguendo le più antiche consuetudini, è stata privilegiata la coltivazione delle varietà autoctone, che da sempre dimorano tra le splendide colline del paesaggio umbro. Grazie a questa scelta coerente e coraggiosa, l’Umbria ha saputo conservare un aspetto tipico e vero, senza facili concessioni alle mode e senza rincorrere il successo dei più famosi vitigni internazionali.

Territorio e vino umbro

Il territorio dell’Umbria è particolarmente vocato ad una viticoltura di qualità. La sua collocazione geografica al centro della penisola, in una zona collinare a ridosso della dorsale appenninica, consente di avere ottime esposizioni, all’interno di un contesto ambientale ancora intatto e poco sfruttato. La natura è ancora protagonista del territorio e la vite è una delle componenti di un paesaggio agricolo vario, in cui l’olivo, i seminativi e i boschi hanno conservato una notevole importanza. In Umbria i vigneti sono immersi in un contesto di ricca biodiversità, che costituisce una cornice importante per la salvaguardia del paesaggio naturale. Il clima, prevalentemente continentale, è caratterizzato da estati piuttosto calde e da inverni freddi. Le notevoli escursioni termiche tra le temperature del giorno e della notte favoriscono una maturazione lenta e graduale delle uve, che arrivano in vendemmia ricche di profumi e aromi. I terreni sono molto vari e spaziano dai tufi d’antica origine vulcanica, a suoli di medio impasto calcareo-argillosi con presenza di detriti alluvionali. Le condizioni pedoclimatiche sono ideali per la coltivazione sia delle varietà a bacca bianca, che per le varietà a bacca rossa, in particolare per il Grechetto, il Trebbiano Spoletino, il Sagrantino, il Sangiovese e il Ciliegiolo. All’interno del territorio dell’Umbria sono molte le zone vitivinicole, tra le più famose ricordiamo l’area di Orvieto, di Torgiano, di Montefalco, dei Colli Martani e di Narni, tutte con caratteristiche particolari e in grado di produrre vini dalla forte personalità. Si deve tuttavia riconoscere alla cantina Lungarotti il grande merito di aver creduto al potenziale del territorio e di aver elevato il vino umbro ai massimi livelli con etichette di qualità assoluta.

Il volto bianco della regione

Nonostante l’Umbria sia spesso associata ai grandi rossi prodotti a Montefalco con il vitigno Sagrantino, è una terra che vanta una solida tradizione nel campo dei bianchi. La zona di Orvieto è da secoli celebre per i suoi vini, così come l’area tra Trevi e Spoleto o quella di Todi. La consuetudine si fonda su solide radici e su due straordinari uve autoctone a bacca bianca. Il vitigno più famoso è senza alcun dubbio il Grechetto, presente in regione con due diversi cloni: il G5 o Grechetto di Todi e il G109, conosciuto come Grechetto di Orvieto. In generale, possiamo dire che il Grechetto di Todi è leggermente più aromatico e delicato, ma molto dipende dal territorio, dalle scelte agronomiche in vigna, senza considerare che molti produttori realizzano etichette utilizzando tutti e due i cloni. Questa uva regala dei bianchi molto armoniosi, dal frutto ricco, con acidità equilibrata e un finale su note sapide e leggermente ammandorlate. Ottimo da degustare giovane per la sua piacevole fragranza, possiede anche un buon potenziale d’invecchiamento. La varietà a bacca bianca su cui è oggi concentrata l’attenzione è il Trebbiano Spoletino. Nonostante il nome fuorviante, non ha parentele con il Trebbiano Toscano o con quello Abruzzese. Si tratta di un’uva coltivata da secoli nella piana e sulle colline della zona di Trevi e Spoleto, che ha rischiato di scomparire con la rivoluzione agricola del secondo dopoguerra. Grazie all’impegno di alcuni piccoli produttori, l’uva sta vivendo negli ultimi anni una vera rinascita, che ne ha messo in luce le grandi potenzialità enologiche. È un vitigno che esprime bianchi capaci di coniugare una notevole eleganza aromatica, che spazia dai profumi floreali, alle note agrumate, alla frutta tropicale, sempre sostenuta da un’acidità vibrante, che ne consente anche un lungo invecchiamento. Oltre ai due grandi vitigni autoctoni, in Umbria sono presenti anche il Procanico, la Malvasia e alcune varietà internazionali, in particolare lo Chardonnay e il Viognier.

Una straordinaria collezioni di rossi

Tra i vini umbri rossi, un posto di assoluto rilievo è riservato al Sagrantino di Montefalco. Nella splendida campagna che circonda i borghi medioevali di Montefalco e Bevagna, quest’uva a bacca rossa dalle origini misteriose ha trovato la sua culla naturale. Le colline soleggiate, i terreni di matrice argillosa e un clima fresco e ventilato, si sono rivelati perfetti per un vitigno che è stato riscoperto solo da alcuni decenni, dopo aver rischiato quasi di sparire. Si tratta di un’uva dal carattere forte, che produce rossi di grande struttura, con una trama tannica densa e una buona acidità, tanto che un tempo venivano considerati fin troppo scontrosi e aggressivi. I moderni progressi nel campo della gestione delle vigne, nella vinificazione e affinamento, hanno consentito di proporre al mercato etichette molto interessanti, ricche, intense, ma anche equilibrate e piacevoli. Il Sagrantino è uno dei più importanti rossi da lungo invecchiamento della nostra penisola ed è straordinario da abbinare a brasati, stracotti o selvaggina. L’altro vitigno storicamente presente in Umbria è il Sangiovese, che in queste terre si esprime molto bene. Insieme al Sagrantino va a comporre il Rosso di Montefalco, un vino meno potente e più pronto anche da bere giovane. Nella zona di Torgiano il Sangiovese rappresenta l’asse portante di una Denominazione, che per prima ha fatto conoscere agli appassionati di tutto il mondo la straordinaria qualità dei vini umbri. Tra gli altri vitigni a bacca rossa coltivati in regione, ricordiamo il Canaiolo e il Colorino, spesso usati in taglio al Sangiovese e gli internazionali Merlot e Cabernet Sauvignon. Infine, una menzione particolare va riservata al Ciliegiolo, che nella zona di Narni è diventato il vitigno principe del territorio, con etichette che ne esaltano soprattutto il volto fragrante e fruttato.

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