Regione | Regione Champagne (Francia) |
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Anno fondazione | 1895 |
Ettari vitati | 15 |
Produzione annuale | 200.000 bt |
Indirizzo | 43 Grande Rue - 10250, Courteron, Francia |
Maison Fleury nasce nel 1985 dal pionerismo enologico di Emile Fleury che fa rivivere le vigne di famiglia dopo il violento attacco della fillossera, reimpiantando barbatelle di Pinot Noir. Con interessi legati all’astronomia, il figlio Jean-Pierre, sembra voler rivolgere il suo sguardo in alto verso le stelle piuttosto che in basso in direzione delle radici della vigna. Ma davvero non esiste un legame tra cielo e terra? Lo studio dei principi divulgati da Rudolf Steiner sembrano fungere da anello di congiunzione. Il 1989 rappresenta un anno di svolta, coraggio e innovazione per la maison Fleury: è la prima casa di Champagne a convertire i vigneti di proprietà all’agricoltura biodinamica con successiva certificazione in etichetta. Nutrimento del terreno con compost, attenzione del ritmo cosmico scandito dal calendario lunare e sviluppo della naturale biodiversità in vigna, questi i valori tradizionali a cui da sempre i vignerons di Fleury si rifanno.
Questa storica maison ha stretto un legame profondo e vivo con l’areale di produzione più trascurato e per lungo tempo addirittura ignorato dagli Champagnisti più integralisti: la Côte des Bar o Aube. La posizione geografica più a sud rispetto alle più battute Epernay e Reims e la composizione morfologica del terreno meno gessosa e più calcarea, hanno reso questa zona più affine alla cugina Borgogna piuttosto che alla Champagne. Il valore aggiunto della maison Fleury è proprio quella di trasmettere questa tipicità territoriale, singolare e unica, calice dopo calice. Tra le grandi novità introdotte dalla quarta generazione attualmente alla guida della domaine c’è la creazione di un lungo tunnel sotterraneo pieno di botti di rovere da 60 ettolitri, usate sia in fase di fermentazione sia di invecchiamento insieme ai classici tini di acciaio internamente smaltati.
La maison Fleury è riuscita nel tempo a rinnovarsi e a mostrarsi sempre al passo con tempi, pur rimanendo sempre fedele alla tradizione antica. Da sempre la presa di spuma del vino base avviene in bottiglie tappate con sughero (localmente detto bouchés sous liège) anziché con la classica corona che prevedono necessariamente un dégorgement à la main; una rarità in tutta la Champagne! Una modalità certamente più onerosa in termini di tempo, spazio e investimento monetario, ma indubbiamente migliore per la micro-ossigenazione, la complessità e l’eleganza del profilo olfattivo. Un linea da assaggiare, ri-assaggiare e saper aspettare nel tempo, sempre consci di poter assaporare ad ogni sorso il gusto più vero e sincero della Champagne meridionale!