L’eccellenza del vino rosso toscano nasce dall’indissolubile connubio tra condizioni climatiche favorevoli e una lunghissima e gloriosa tradizione. Per secoli il prestigio dell’enologia regionale è stato legato alle grandi potenzialità del vitigno Sangiovese, da cui nascono glorie nazionali come il Chianti, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano, affiancato, negli ultimi decenni, da vitigni di stampo bordolese, quali Merlot e Cabernet Sauvignon. Da questi vitigni internazionali nascono oggi i famosi Supertuscan, prodotti con affinamento in barrique e presenti nelle più prestigiose tavole di tutto il mondo. Dalle espressioni più giovani e delicate a quelle più importanti e strutturate, dalle denominazioni storiche alle più recenti novità, il panorama produttivo è oggi molto vasto e variegato, in costante espansione. Punto fermo e imprescindibile rimane però sempre la qualità e quell’inconfondibile profilo verace e territoriale conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
L’eccellenza del vino rosso toscano nasce dall’indissolubile connubio tra condizioni climatiche favorevoli e una lunghissima e gloriosa tradizione. Per secoli il prestigio dell’enologia regionale è stato legato alle grandi potenzialità del vitigno Sangiovese, da cui nascono glorie nazionali come il Chianti, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano, affiancato, negli ultimi decenni, da vitigni di stampo bordolese, quali Merlot e Cabernet Sauvignon. Da questi vitigni internazionali nascono oggi i famosi Supertuscan, prodotti con affinamento in barrique e presenti nelle più prestigiose tavole di tutto il mondo. Dalle espressioni più giovani e delicate a quelle più importanti e strutturate, dalle denominazioni storiche alle più recenti novità, il panorama produttivo è oggi molto vasto e variegato, in costante espansione. Punto fermo e imprescindibile rimane però sempre la qualità e quell’inconfondibile profilo verace e territoriale conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
I vini rossi toscani nascono da una produzione vitivinicola dalla storia secolare. È stato accertato che, ben prima della cultura latina, già gli Etruschi coltivassero la vite, “maritandola ad altre piante” più alte, e facessero fermentare i suoi frutti. Il IX frammento del Liber Linteus non lascia dubbi a riguardo.
Sulla base delle recenti scoperte archeologiche, pare infatti che gli Etruschi pigiassero l’uva con i piedi in vasche scavate nella pietra. I mosti venivano poi conservati in anfore o in otri di pelle, dove avveniva spontaneamente la fermentazione. Più tardi, in epoca romana, questi sistemi arcaici vennero abbandonati in favore di più evolute soluzioni che i Romani avevano imparato dai Greci e dalle popolazioni mediterranee. Comparvero così i primi torchi meccanici, le cisterne in muratura e in contenitori in legno. Queste innovazioni rimasero pressoché invariate nel Medioevo, quando la produzione conobbe un grande impulso grazie alla fortuna commerciale e politica del territorio e all’attività dei vinattieri.
Stando alla testimonianza delle fonti letterarie risulta che, durante tutto il Medioevo, i bianchi venissero considerati come prodotti più pregiati e che gli invecchiamenti in legno fossero una pratica ancora piuttosto rara. A partire dal Cinquecento la fortuna delle produzioni territoriali crebbe a dismisura e vennero poste le basi di molte tipologie oggi conosciute. La città di Montepulciano, per esempio, si distinse sempre di più per la qualità delle sue produzioni, trovando come primo estimatore una personalità come quella di Michelangelo Buonarroti.
Lo straordinario successo che i vini toscani conobbero in età moderna è certamente dovuto alla lungimiranza di personalità emblematiche come:
Tante altre personalità hanno contribuito negli ultimi decenni a consolidare e rafforzare il prestigio dei vini Toscana rossi, esportandoli in tutto il mondo. Tra questi grande rilievo hanno assunto i Marchesi Frescobaldi e i Marchesi Antinori, proprietari terrieri e produttori dal Medioevo ai giorni nostri. Oggi, oltre ai nomi altisonanti entrati nella storia, tantissimi altri produttori hanno dimostrato una sorprendente vitalità, offrendo un panorama eccellente e variegato in continua espansione.
Le denominazioni più antiche sono quelle create e valorizzate da Cosimo III de’ Medici nel 1716, create su base strettamente territoriale. Oggi si contano decine di denominazione territoriali che possono essere considerate storiche e imprescindibili, suddivise tra DOC e DOCG. Il vitigno per eccellenza che concorre alla loro definizione è il Sangiovese, varietà autoctona regionale per eccellenza. Tra le più prestigiose tipologie di vino rosso toscano, un posto rilevante è oggi assunto da: Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Morellino di Scansano e Carmignano.
A partire dagli anni Settanta alcuni produttori hanno inaugurato nuovi metodi di produzione, discostandosi dalle pratiche più tradizionali e utilizzando vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah e Petit Verdot. Le procedure di vinificazioni differivano essenzialmente da quelle tradizionali per l’uso della barrique. Non rispettando i requisiti imposti dalle denominazioni tradizionali, queste etichette vengono ancora oggi messe in commercio con la denominazione più ampia di vino rosso Toscana IGT.
Un caso a parte è rappresentato dal Bolgheri Rosso, prodotto nell’omonima località di Castagneto Carducci dall’unione tra Sangiovese e vitigni internazionali. Questa tipologia è stata valorizzata dalla fama internazionale del Sassicaia, prodotto in quell’area, arrivando ad imporsi come una delle denominazioni più ricercate nel mondo.
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