Il “De Sol a Sol Rancio” è un vino bianco secco molto complesso dallo stile ossidativo, ottenuto dalla lunghissima macerazione sulle bucce di uve Airén e da un affinamento ‘sous voile’ in vasche scolme di cemento per 3 anni. Tipici sentori di ossidazione si combinano a note speziate, mediterranee e di frutta secca in un quadro aromatico molto intenso. Il sorso è corposo, salino e piacevolmente rustico.
Il “de Sol a Sol Rancio” della cantina Bruno Ruiz è un vino bianco profondo e multiforme, dalla natura incontrollabile, frutto di una macerazione di 152 giorni, di un’ossidazione abbastanza spinta e dell’utilizzo di piante ultracentenarie. Il risultato è una creatura indomabile ed estrema, a volte quasi enigmatica e di difficile interpretazione, ma pur sempre affascinante e viva. Il credo della Botega Bruno Ruiz, cantina spagnola che è diventata un punto di riferimento nel mondo del vino artigianale, è quello di dar vita a liquidi unici e mai banali, che si discostano dalle classiche omologazioni industriali per svelare, sorso dopo sorso, l’anima più autentica e nascosta del territorio spagnolo de La Mancia. Così nasce il Rancio, un orange wine che spiazza e stende, che sa di selvaggio, ma che nasconde dietro di sé una storia senza filtri che racconta la terra e il lavoro con amore e passione. Un vino meditativo ed esperienziale, il sole eterno: Il de Sol a Sol.
Il Bruno Ruiz de Sol a Sol Rancio è ottenuto da uve Airén in purezza, coltivate sui terreni sabbiosi ricchi di argille e calcare, tipici de La Mancia spagnola. In vigna è bandito l’utilizzo di qualsiasi diserbante o sostanza chimica, che può in qualche modo perturbare gli equilibri di Madre Natura. Le vigne contano più di 150 anni d’età e danno alla luce pochi frutti concentrati e di grande ricchezza, che si trasformeranno in un nettare cangiante e quasi oleoso. La fermentazione alcolica, catalizzata da lieviti indigeni, avviene spontaneamente, così come quella malolattica e si svolgono all’interno di vasche di acciaio. Durante questa fase le uve rimangono a contatto con le proprie bucce per oltre 5 mesi, assorbendo tutta la loro forza e complessità. Dopo un affinamento di 36 mesi in cemento in cui si forma uno strato di lieviti in superficie, detto "flor", viene imbottigliato senza filtrazioni, chiarifiche e aggiunta di solfiti, presentando quindi residui e particelle in sospensione.
Il Rancio Bruno Ruiz lacrima nel bicchiere molto lentamente esibendo una veste di color ambra velata, attraversata da lampi arancio scuri. Il colore già spiazza e mette in difficoltà, generando una voglia incontrollabile di conoscerlo. Dopo una lunga ossigenazione nel bicchiere esibisce un quadro aromatico veramente insolito e crudo, in cui l’ossidazione gioca da protagonista. Pennellate di erbe officinali, spezie mediterranee e note di piante aromatiche sradicate aprono la scena. Poi aromi di terra bruciata, intensi tocchi salmastri, spunti volatili e profumi di frutta secca si incrociano su un velo ossidativo e arricchiscono un bouquet a dir poco complesso. Il sorso mostra un corpo esuberante, sferzante e selvaggio, attraversato da una ricchezza rustica esplosiva. Una lunga freschezza divaga sul fondo prendendo tra le redini la sua natura scontrosa. La persistenza è chilometrica, lasciando in memoria una intensa nota mentolata e rinfrescante. Uno strong wine non per tutti, che consigliamo di assaporare a diversi intervalli per beneficiare di tutte le sue sfumature. Rurale e incontenibile: l’Entropia fatta a vino!
Giallo ambrato consistente con riflessi aranciati
Molto intenso e complesso, dai sentori ossidativi, con note di frutta gialla, agrumi, frutta secca, spezie mediterranee ed erbe officinali
Secco, corposo e salino, dalla sferzante e rustica freschezza e di lunghissima persistenza