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Vino Calabria

La Calabria è una delle regioni italiane più vocate per la viticoltura. La vite dimora in queste terre da millenni ed era già presente prima dell’inizio della colonizzazione greca dell’Italia del sud. La regione è costituita da una lunga e stretta penisola, bagnata a ovest dal Mar Tirreno e a est dal Mar Ionio. Il clima è tipicamente mediterraneo, con inverni temperati ed estati calde e secche, sempre molto ventilate e mitigate dalle brezze marine. La conformazione orografica, segnata dai monti della dorsale appenninica, offre vaste aree collinari e pedemontane, perfette per una viticoltura di qualità. La presenza di una ricca biodiversità ambientale, di ampie zone ancora selvagge e di altre protette da Parchi Nazionali, ha preservato una natura incontaminata e un importante patrimonio di vitigni autoctoni, che hanno trovato, nel corso dei secoli, la migliore interazione con il territorio. Proprio per queste particolari condizioni pedoclimatiche, i vini calabresi si distinguono per originalità e per la capacità di saper esprimere in modo autentico le caratteristiche del luogo di produzione. Assolutamente impermeabili alla standardizzazione di un gusto internazionale globalizzato, rappresentano il volto autentico del terroir.

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3 -@@-2-Vitae AIS
2 -@@-1-Gambero Rosso
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2 -@@-1-Gambero Rosso
3 -@@-2-Vitae AIS
2 -@@-6-Slowine
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4 -@@-3-Bibenda
3 -@@-2-Vitae AIS
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91 -@@-5-Veronelli
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14,50 

La Calabria è una delle regioni italiane più vocate per la viticoltura. La vite dimora in queste terre da millenni ed era già presente prima dell’inizio della colonizzazione greca dell’Italia del sud. La regione è costituita da una lunga e stretta penisola, bagnata a ovest dal Mar Tirreno e a est dal Mar Ionio. Il clima è tipicamente mediterraneo, con inverni temperati ed estati calde e secche, sempre molto ventilate e mitigate dalle brezze marine. La conformazione orografica, segnata dai monti della dorsale appenninica, offre vaste aree collinari e pedemontane, perfette per una viticoltura di qualità. La presenza di una ricca biodiversità ambientale, di ampie zone ancora selvagge e di altre protette da Parchi Nazionali, ha preservato una natura incontaminata e un importante patrimonio di vitigni autoctoni, che hanno trovato, nel corso dei secoli, la migliore interazione con il territorio. Proprio per queste particolari condizioni pedoclimatiche, i vini calabresi si distinguono per originalità e per la capacità di saper esprimere in modo autentico le caratteristiche del luogo di produzione. Assolutamente impermeabili alla standardizzazione di un gusto internazionale globalizzato, rappresentano il volto autentico del terroir.

Storia e territorio

Le origini del vino della Calabria sono antichissime. La regione faceva parte dell’antica Enotria, una terra che comprendeva Calabria, Basilicata e Campania, abitata fin dall’XI secolo a.C. da popoli d’origine indoeuropea, molto probabilmente provenienti dalla Grecia. Il nome Enotria deriva del termine greco οἶνος, vino, proprio a sottolineare l’antica vocazione di quest’area alla viticoltura. Durante le migrazioni greche dell’VIII secolo a.C., è stata fondata la città d Krimisa, l’attuale Cirò, e molti altri scali commerciali lungo le coste calabresi, tra cui Sibari, Crotone, Locri, Metauros. I coloni greci arricchirono le consuetudini locali, legate alla prima domesticazione della vite, con le loro conoscenze e con la loro esperienza nel campo della gestione di vigenti e della potatura ad alberello, ancora oggi utilizzata in tutti i paesi mediterranei caratterizzati da un clima caldo e siccitoso. La tradizione della viticoltura si è poi ampiamente diffusa in epoca romana ed è sopravvissuta nei secoli successivi all’interno dei Monasteri, dove si continuava a tener viva la vite per uso liturgico e nelle campagne, con vinificazioni in antichi palmenti scavati nella roccia. Dopo la crisi di fine Ottocento, dovuta alla devastazione causata della fillossera, la Calabria ha rinnovato completamente il parco vigne con portinnesti di vite americana. Diversamente da altre regioni italiane, dove in questo periodo sono state introdotte molte varietà provenienti dalla Francia, la Calabria si è dimostrata piuttosto refrattaria alla moda d’internazionalizzazione dei vigneti, rimanendo sostanzialmente fedele ai suoi antichi vitigni autoctoni. Pur essendo diffusa in quasi tutto il territorio regionale, la viticoltura calabrese si è concentrata in due aree particolari. Lungo la costa tirrenica, i vigneti sono coltivati sui terrazzamenti che guardano il mare e salgono verso l’area dei primi contrafforti delle catene montuose. Si tratta di una zona che offre splendide esposizioni soleggiate e notevoli escursioni termiche tra le calde temperature del giorno e le notti rinfrescate dai venti che scendono dai monti. Sul litorale ionico, invece, la coltivazione della vite si è sviluppata soprattutto in una vasta zona dell’entroterra collinare che va da Cirò a Le Castelle.

I vitigni autoctoni calabresi

La Calabria possiede un vasto patrimonio di vitigni autoctoni, che ancora oggi sono coltivati per realizzare i più importanti vini della regione. Molto probabilmente si tratta di antiche varietà che discendono dalle viti introdotte dai primi coloni greci arrivati in questa terra. Tra le uve a bacca bianca spicca sicuramente il Mantonico, che regala vini intensi, complessi e longevi, il Greco di Bianco, utilizzato soprattutto per produrre vini passiti, il Pecorello bianco, la Guarnaccia bianca, la Malvasia e il Guardavalle. Tra i vitigni a bacca rossa ricordiamo il Gaglioppo, nato da un incrocio tra Mantonico e Sangiovese, con cui viene prodotto il famoso vino Cirò Rosso. Altre uve a bacca rossa importanti sono il Magliocco, il Magliocco Canino, il Greco Nero, il Nerello e il Castiglione.  Da diversi anni, la cantina Librandi, una delle più importanti realtà della regione, sta portando avanti una preziosa opera di ricerca e catalogazione di antiche varietà presenti nelle vecchie vigne e un lavoro di selezione dei cloni di Gaglioppo, proprio per creare un quadro sempre più completo del panorama ampelografico.

I vini calabresi

Il vino calabrese, famoso fin dai tempi antichi per la sua eccellente qualità, ha vissuto negli ultimi decenni una vera e propria rinascita. Come è accaduto in molte regioni del nostro sud, per molto tempo è stato venduto sfuso per essere utilizzato come vino da taglio. Veniva usato  per dare colore e struttura ai rossi leggeri e a bassa gradazione alcolica del nord Europa o del nord Italia. Oggi, per fortuna, il panorama è completamente cambiato e sono molte le cantine che imbottigliano direttamente il vino. I miglioramenti da un punto di vista agronomico, le scelte di infittire gli impianti e di ridurre le rese, hanno permesso di ottenere uve di alta qualità con cui produrre grandi vini. È una regione che ha già raggiunto importanti traguardi, ma che ha notevoli margini di miglioramento, che le consentiranno di migliorar ancora nel prossimo futuro.

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