Blanco 'La Pell El Vinyet' Lagravera

Lagravera significa “la cava di ghiaia”: un nome che la famiglia Arnò ha scelto per sottolineare il legame tra la propria attività di vitivinicoltori e questo territorio estremo. “El Vinyet” è una meravigliosa parcella vitata situata a Castelló de Farfanya, in Catalogna, nel profondo entroterra di Tarragona. Il mare dista in linea d’aria 85 chilometri, ma il suo influsso è disperso dalle alture della Sierra LLarga e più a sud delle Muntanyes de Prades che chiudono l’orizzonte meridionale: le estati sono torride e gli inverni gelidi. La vigna è un miscuglio di 24 varietà locali: alcune esistono solo qui, altre sono in pericolo di estinzione, altre infine sono ancora senza nome. Queste piante hanno scritto la storia della viticoltura: sono state impiantate nel 1889 su piede americano Rupestris de Lot e raccontano del primo tentativo di ripristinare l’allevamento della vite dopo l’apocalisse causata dalla fillossera. Sono allevate in rigoroso regime biodinamico in questo fazzoletto di 9.500 metri quadri posto a 450 metri di altitudine, sopra un suolo caratterizzato da ghiaia e sabbia: hanno l’aspetto monumentale di sculture viventi.

La vendemmia per la creazione del “Blanco La Pell” coinvolge 14 di questi vitigni e viene eseguita a mano, come pure la diraspatura dei singoli grappoli che, una volta giunti in cantina, vengono posti direttamente all’interno delle anfore di argilla. La fermentazione è spontanea, ad opera dei lieviti selvaggi e le operazioni di pigiatura e follatura avvengono senza l’utilizzo di macchinari. La macerazione è lunghissima: la fermentazione malo-lattica, che si avvia spontaneamente, avviene ancora in presenza delle bucce. Il vino affina per circa 6 mesi nelle anfore costruite con l’argilla della cantina e l’imbottigliamento avviene senza chiarifiche né filtrazioni. Una etichetta rara: pochissime centinaia di bottiglie all’anno, numerate a mano.

Il Blanco “La Pell El Vinyet” della cantina Lagravera rivela già all’occhio una personalità mistica: una veste color oro antico, dall’aspetto velato ma luminoso allo stesso tempo. Il registro dei profumi è caleidoscopico: le note floreali pungenti di gelsomino aprono la strada alla frutta matura estiva, albicocca e melone, per poi virare sul fruttato a polpa bianca e verso un rinfrescante tocco citrino. L’aerazione apporta sentori balsamici di lavanda e rosmarino, aromi di timo. Il sorso è potente, ampio e sorprendente: si fondono meravigliosamente una cremosa grassezza e una dirompente e fresca mineralità.