Il Barolo “Otin Fiorin - Piè Rupestris” è un vino robusto, austero e complesso, nato da viti molto vecchie del cru Gabutti di Serralunga. È caratterizzato da profumi e aromi intensi e strutturati, con liquirizia, ginepro e guodron in evidenza, e da intense sfumature balsamiche e speziate
Il Barolo Otin Fiorin Piè Rupestris è un inno alle Langhe vitivinicole, liquido austero e tridimensionale. La famiglia Cappellano, ai pari dei Mascarello, dei Rinaldi e di altre locali, è una di quelle che ha tracciato la rotta e scandito la produzione vinicola in uno dei terroir più vocati al mondo. Sempre al riparo da mode passeggere ed interpretazioni moderne, i Cappellano sono rimasti legati al concetto di vini innanzitutto sani, da attendere con pazienza, baluardi di quello che dovrebbe essere il vero Barolo. Un secolo e mezzo di storia e 4 ettari, siti a Serralunga d'Alba, coltivati senza l'uso di sostanze chimiche o di sintesi, da sempre. Nessuna parola può raccontare bene la cantina come le bottiglie che ne escono, arcigne e compatte da giovani, ma già dotate di un ventaglio aromatico emozionante. Da attendere, anche anni, per godere di rinnovate complessità.
Il vino Otin Fiorin Piè Rupestris è un Barolo che proviene da uno dei più rinomati cru di Serralunga d'Alba, ovvero il Gabutti. Le uve di Nebbiolo in purezza provengono da viti molto vecchie di oltre 60 anni di età, e l'estensione della parcella è di soli 1,5 ettari. Dopo la raccolta manuale dei grappoli, con accurata cernita degli stessi, le uve vengono portate in cantina per la diraspapigiatura, e successivamente il mosto fermenta spontaneamente solo tramite lieviti indigeni. L'affinamento del liquido avviene per 18 mesi in botte grande, senza che questo subisca filtrazioni.
Il rosso Otin Fiorin Piè Rupestris è un'ode alla tipicità, sin dal suo colore granato intenso. Naso stratificato e austero, la cui compattezza inizialmente potrebbe intimidire. Un pò di pazienza, ed eccolo elargire pennellate di liquirizia, rosa canina e viola, sempre con cenni discreti. L'evoluzione ne amplia il profilo aromatico con richiami al sottobosco, al goudron, e al cuoio, oltre che intensificarlo. Al sorso il liquido si rivela un vero e proprio monumento, ha la stoffa dei campioni con una materia fittissima in cui freschezza, sapidità e tannino sono incastonati assieme. Lunghissima persistenza, non solo in bocca ma anche nella memoria. Maratoneta fuoriclasse.
Rosso granato limpido
Austero, con rinfrescante vena balsamica e intense sensazioni fruttate
Ricco, complesso e bilanciato, di buon tannino e lunga persistenza