Il Roero Arneis di Alberto Oggero è un dipinto enoico espressivo, energico e profondamente territoriale. La volontà di Alberto è quella di esprimere il profilo naturale del varietale di partenza, toccando il meno possibile l'uva in cantina e lasciando che sia il Roero ad emergere. Frutta a polpa bianca, albicocca candita, camomilla ed erbette al naso e assaggio ricco, succoso, saporito e squisitamente sapido al palato
Il Roero Arneis di Alberto Oggero è uno sguardo nuovo rivolto al Roero, è una sfida presa di petto e vissuta quotidianamente con questa uva a bacca bianca e con la terra che più la rappresenta, è una dichiarazione d’amore per questo territorio. Non a caso Alberto ama di più chiamarlo Roero Bianco, preferendo che siano gli aromi netti e tipici del varietale a zampillare al di fuori del calice, piuttosto che un bouquet standardizzato e ogni anno uguale a sé stesso. La scelta di fare un Arneis diverso, che entra in commercio più tardi e che strizza l’occhio all’artigianalità, è coraggiosa: spesso divide i pareri, lascia interdetti, di sicuro non annoia mai.
Alberto Oggero coltiva l’Arneis su vigneti di proprietà che si estendono su poco più di 4 ettari, dislocati in appezzamenti sparsi nell’areale di Santo Stefano Roero, tra i più rinomati, Le Anime e Le Coste. Qui i suoli sono poveri e sabbiosi, capaci di donare al prodotto finale naturale finezza e sapidità, le pendenze sono marcate e l’approccio praticato tra i filari è biologico. La fermentazione alcolica è spontanea con pied de cuve preparato 15 giorni prima della vendemmia e ha luogo in vecchie vasche di cemento con metà delle uve che macera a contatto con le bucce fino ad alzata del cappello. Bassissimo interventismo in cantina significa non toccare più il vino fino a primavera e imbottigliarlo senza filtrazioni né chiarifiche.
L’Arneis di Alberto Oggero è la dimostrazione che questa varietà autoctona del Roero è in grado di evolvere nel tempo, che vale la pena aspettarla, piuttosto che commercializzarla con la fretta che il mercato impone. Profumi di fiori bianchi, camomilla, mentuccia ed erbette spontanee si susseguono a ritmo cadenzato già dalla prima olfazione, lasciando progressivamente spazio alla frutta a polpa gialla matura, all’albicocca candita e al vento marino. In bocca è ricco di verve sapida e fresca, danza con vigore ed energia, è succoso, dritto e di grande tipicità.
Giallo paglierino luminoso e leggermente velato
Frutta a polpa bianca, fiori freschi, camomilla, albicocca candita, erbette verdi e ventate saline
Succoso, fresco e territoriale, di netta vena sapida e grintoso allungo saporito