L’Aglianico del Taburno “Diomede” è un vino rosso intenso, corposo e articolato, maturato in barrique per 12 mesi. Profuma di frutta rossa, erbe balsamiche, spezie selvatiche e humus. Il sorso è morbido, rotondo, ricco, di buona freschezza e persistenza
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L’Aglianico del Taburno “Diomede” porta il nome dell’eroe acheo che, secondo la leggenda, fondò la città di Benevento assieme a tante altre città. È il nome scelto dalla cantina Ocone, attiva dal 1910 nel cuore del Sannio, per identificare una delle sue etichette di punta, ricca e corposa espressione di Aglianico del Taburno, un campione di origine greca dotato di forza, articolazione e potenza, le cui qualità sono state affinate, in questo caso, in barrique.
Il “Diomede” Aglianico del Taburno nasce da vigneti a spalliera situati nel territorio di Ponte, alle pendici del Monte Taburno. I terreni calcarei di origine alluvionale, l’altitudine di 300-400 metri sul livello del mare, una buona densità d’impianto e basse rese per ettaro garantiscono la produzione di uve sane e ben mature, di buona concentrazione aromatica. In cantina, dopo una pigiodiraspatura delicata, il mosto fermenta in vasche d’acciaio, con macerazione sulle bucce per circa 20 giorni. La fermentazione malolattica si svolge in barrique di secondo passaggio, dove si completa l’affinamento per circa 12 mesi. Un riposo in bottiglia di almeno 24 mesi nelle cataste della cantina completa il processo produttivo e permette di offrire un vino rosso che ha già raggiunto una buona maturazione ma che è in grado di evolvere e migliorare per diversi anni ancora.
L’Aglianico del Taburno “Diomede” di Ocone coniuga ricchezza ed eleganza, struttura e piacevolezza, concentrazione e freschezza, esuberanza ed equilibrio. Si esprime al naso in un articolato bouquet di piccoli frutti rossi, humus, terra bagnata, sottobosco, spezie selvatiche, china, rabarbaro e foglie balsamiche di menta ed eucalipto. Al palato si conferma intenso, saldo e profondo, sorretto da una ricca freschezza e da tannini rotondi e vellutati. Accostato a carni rosse arrostite o a selvaggina riesce a dare il meglio di sé, sfoderando una vocazione al convito che rivela, ancora una volta, le sue antiche origini greche.
Rosso rubino intenso e profondo con riflessi granati
Ricco e articolato, di frutti rossi, erbe balsamiche, humus, terra bagnata, radici e spezie selvatiche
Morbido, vellutato, intenso, corposo e strutturato, di buona freschezza e con rotondi tannini