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Vini del Lazio

I vini del Lazio possono vantare una storia antichissima, che risale ai tempi degli Etruschi e poi degli Antichi Romani. Cultura e tradizione, fanno di questa regione del centro Italia una delle zone storicamente più importanti per la nascita e lo sviluppo della viticoltura nella penisola, che ancora oggi rappresenta un’importante area di produzione. Una delle particolarità della regione è la grande varietà di suoli, microclimi e vitigni, che permettono una produzione molto variegata. Nonostante sia un territorio conosciuto soprattutto per i bianchi, tra i vini laziali troviamo anche vini rossi interessanti. Anche per quanto riguarda i vitigni, i suoi terroir si sono dimostrati adatti a ospitare, oltre alle storiche varietà autoctone, ormai presenti da secoli, anche denominazioni internazionali introdotte in tempi più recenti, che hanno dimostrato un’ottima capacità d’adattamento alle condizioni pedoclimatiche di molte zone della regione.

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3 -@@-2-Vitae AIS
4 -@@-3-Bibenda
2 -@@-1-Gambero Rosso
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I vini del Lazio possono vantare una storia antichissima, che risale ai tempi degli Etruschi e poi degli Antichi Romani. Cultura e tradizione, fanno di questa regione del centro Italia una delle zone storicamente più importanti per la nascita e lo sviluppo della viticoltura nella penisola, che ancora oggi rappresenta un’importante area di produzione. Una delle particolarità della regione è la grande varietà di suoli, microclimi e vitigni, che permettono una produzione molto variegata. Nonostante sia un territorio conosciuto soprattutto per i bianchi, tra i vini laziali troviamo anche vini rossi interessanti. Anche per quanto riguarda i vitigni, i suoi terroir si sono dimostrati adatti a ospitare, oltre alle storiche varietà autoctone, ormai presenti da secoli, anche denominazioni internazionali introdotte in tempi più recenti, che hanno dimostrato un’ottima capacità d’adattamento alle condizioni pedoclimatiche di molte zone della regione.

Una storia antica

La storia della viticoltura di questo territorio risale alla notte dei tempi. Si tratta, infatti, di una delle zone dalle tradizioni più antiche della penisola insieme alla terra dell’Enotria. L’area della Tuscia e dei Colli Viterbesi, fin da IX secolo a.C. era abitata da popolazioni etrusche, che nel corso dei secoli cominciarono un progressivo processo di domesticazione e di successiva coltivazione della vite. Sfruttando la natura di liana della vitis vinifera, gli Etruschi la facevano arrampicare sugli alberi, che diventavano cosi veri e propri tutori viventi della vite. Una forma di coltivazione in simbiosi, che si è conservata fino al secondo dopoguerra nell’area di Trevi e Spoleto e che ancora oggi sopravvive ad Aversa con i vigneti di Asprinio maritati ad alberi di pioppo e in poche altre sporadiche realtà. Le consuetudini etrusche influenzarono molto la nascente civiltà romana, che nel giro di qualche secolo allargò la sua sfera d’influenza dalla regione a tutta la penisola. Al tradizionale metodo di coltivazione etrusca ad alberata, si affiancò l’esperienza della viticoltura degli antichi greci, che avevano introdotto nelle regioni del sud Italia la gestione della vigna con piante basse ad alberello, la tecnica della potatura e più avanzate pratiche enologiche. L’estensione della dominazione romana, prima al territorio di tutta la penisola e poi al bacino del Mar Mediterraneo e alle terre dell’Europa meridionale e centrale, diffuse in tutto l’Impero la coltivazione della vite, ma questa zona conservò sempre una condizione di particolare importanza nell’ambito della produzione destinata alla Città Eterna. Se la più antica produzione del vino del Lazio si era sviluppata nelle terre del nord della regione, in epoca romana, acquisisce un ruolo molto importante l’area più vicina all’Urbe. La zona collinare a sud di Roma diventa il grande vigneto della capitale, in particolare le zone di Frascati, Marino, dei Castelli Romani, dei Colli Albani e di Velletri, nomi a cui corrispondono ancora oggi alcune delle più importanti e prestigiose denominazione della regione. Da un punto di vista climatico, il territorio offre condizione perfette per la vite. Il clima mite e soleggiato, sempre ventilato anche grazie alle brezze del vicino Mar Tirreno, garantisce la possibilità di arrivare in vendemmia con uve sane e perfettamente mature.

I principali territori e i vitigni del vino del Lazio

La regione presenta al suo interno una notevole varietà di zone, caratterizzate da particolari peculiarità. Proprio questa caratteristica di notevole variabilità, consente ai vini tipici del Lazio di rappresentare un piccolo mosaico con caratteristiche e personalità diverse. A zone molto ricche di storia e tradizioni, si sommano aree in cui la viticoltura è stata introdotta solo di recente con ottimi risultati. L’antica zona etrusca, ancora oggi rappresenta una delle migliori eccellenze della regione. In quest’area troviamo i grandi bianchi di Orvieto, il celebre Est, Est, Est! di Montefiascone e i vini della Tuscia. I terreni, spesso d’antica origine vulcanica, con presenza di tufo, sono ricchi di sostanze minerali, essenziali per il sostentamento della vite. I vitigni più coltivati a Orvieto sono il Trebbiano Toscano e il Grechetto; a Montefiascone il Trebbiano Toscano, il Trebbiano Giallo, la Malvasia Bianca Lunga e la Malvasia del Lazio; nella Tuscia, oltre ai vitigni bianchi già citati, viene coltivato il Procanico e tra i rossi il Sangiovese, il Montepulciano, il Canaiolo e il Merlot. All’estremo nord, per la precisione a Gradoli è presente una piccola enclave dedicata all’Aleatico, che si esprime su alti livelli qualitativi. Scendendo a sud di Roma, troviamo la famosa zona collinare dei Castelli Romani, di Frascati, Marino, dei Colli Albani e di Velletri. Siamo nel cuore dell’antico vigneto della Roma antica. L’area è contraddistinta da terreni d’antichissima origine vulcanica e dalla presenza dei laghi di Albano e Nemi. Suoli vocati e clima mite, si sono rivelati da sempre perfetti per la coltivazione delle varietà autoctone a bacca bianca: Malvasia di Candia, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo, Greco, Bellone, Bombino Bianco. In quest’area i vini rossi rappresentano una percentuale minoritaria e sono prodotti con: Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese. La zona dei grandi rossi si trova nell’entroterra, a sud-est di Roma, verso il confine con l’Abruzzo. È l’area in cui si producono il Cesanese del Piglio e il Cesanese di Affile, rossi da profilo intenso ed elegante, realizzati con l’omonimo vitigno autoctono, che negli ultimi anni si stanno affermando come una delle realtà più interessanti del Centro Italia. L’area emergente è senza dubbio quella dell’Agro Pontino. Si tratta di un territorio giovane, in cui la viticoltura è arrivata solo dopo le bonifiche, ma che sta rivelando un notevole potenziale. La vicinanza del mare, rende il clima particolarmente dolce. La mancanza di una tradizione vitivinicola è stata vissuta dai produttori della zona, e in particolare da Casale del Giglio, vero faro per il territorio, non come una carenza, ma come un vantaggio. Dopo un accurato lavoro di zonazione, sono stati piantati i vitigni più adatti a ogni terreno, in modo da ottenere i migliori risultati possibili dal connubio vitigno-suoli. Non è un caso che si coltivino con ottimi risultati vini del Lazio come Syrah, Petit Verdot, Cabernet Sauvignon, Merlot, Tempranillo, Chardonnay, Sauvignon, Viognier e Petit Manseng, solo per citare i più famosi. Chiudiamo la nostra carrellata con una piccola eccellenza della zona sud della regione. A Terracina, si coltiva un clone locale di uva moscato, detta Moscato di Terracina, con cui si producono bianchi aromatici e suadenti e armoniosi passiti.

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