Vini Italiani

Il panorama dei vini italiani offre una vastissima tipologia come in nessun altro Paese. Parlarne significa intraprendere un lunghissimo viaggio di storia, cultura e tradizioni. Dal Trentino alla Sicilia, dal Friuli alla Sardegna, tra i diversi panorami incantevoli è difficile non trovare presenza della vite e ogni regione offre una grandissima varietà di uve autoctone, coltivate da sempre. I diversi vitigni, la conformazione territoriale, le condizioni climatiche e le diverse tradizioni locali fanno della nostra penisola il luogo ideale per una produzione variegata di altissima qualità.

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4 -@@-3-Bibenda
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93 -@@-11-Luca Maroni
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89 -@@-5-Veronelli
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88 -@@-5-Veronelli
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Il panorama dei vini italiani offre una vastissima tipologia come in nessun altro Paese. Parlarne significa intraprendere un lunghissimo viaggio di storia, cultura e tradizioni. Dal Trentino alla Sicilia, dal Friuli alla Sardegna, tra i diversi panorami incantevoli è difficile non trovare presenza della vite e ogni regione offre una grandissima varietà di uve autoctone, coltivate da sempre. I diversi vitigni, la conformazione territoriale, le condizioni climatiche e le diverse tradizioni locali fanno della nostra penisola il luogo ideale per una produzione variegata di altissima qualità.

I Vini d'Italia

L’Italia è uno dei più importanti centri vitivinicoli del mondo: qui la coltivazione della vite vinifera e la produzione di vino hanno raggiunto livelli d’eccellenza, merito di caratteristiche geoclimatiche favorevoli e di una tradizione millenaria che affonda le radici nell’antichità e prosegue ancora oggi. Questa eccezionalità nasce dalla grande varietà di vitigni sparsi su tutto il territorio nazionale: un impressionante patrimonio che comprende centinaia di tipologie autoctone, tra i quali spiccano per diffusione, vini rossi come il Sangiovese, il Barbera, il Nebbiolo, oltre a vitigni internazionali che hanno trovato nello “stivale” condizioni ottimali, come il Merlot, il Cabernet Sauvignon, lo Chardonnay, il Sauvignon, il Pinot Nero, il Syrah e altri ancora.

Il vino Italia è regolamentato dalla legislazione nazionale tramite disciplinari che ne stabiliscono il nome e le classificazioni. Accanto ai cosiddetti ‘generici’, esistono le denominazioni di: IGT, legata al concetto di zona geografica; DOC, per le produzione tipiche di un territorio che rispettano precisi criteri qualitativi, e DOCG, nata per valorizzare le espressioni di particolare pregio che si sono distinte nell’ambito della DOC. Le eventuali menzioni di Classico, Superiore e Riserva si applicano per indicare rispettivamente: l’antica zona di origine del vino, migliori caratteristiche alcolometriche e qualitative dell’uva utilizzata e tempi di invecchiamento più lunghi rispetto a quelli stabiliti dal disciplinare.

La ricchezza e la vastità del panorama del vino italiano sono favorite dall’eterogeneità delle condizioni geoclimatiche del territorio: non solo ogni regione può vantare un patrimonio unico di tradizioni, caratteristiche e tipologie ma, anche all’interno della stessa regione, è possibile distinguere tra differenti zone di produzione. Terroir rinomati sono quelli delle Langhe, culla del Barolo e del Barbaresco; della Franciacorta, per lo spumante italiano prodotto con metodo classico; dei territori collinari del Friuli, dove nascono vini bianchi italiani, profumati e intensi; della Valpolicella, non solo per l’Amarone; dei borghi collinari della Toscana, patria del Brunello di Montalcino e dei famosi Supertuscan; dell’Irpinia, con i suoi bianchi minerali ed espressivi; delle distese assolate del Salento; delle pendici dell’Etna e di molti altri territori. Si tratta solo di una minima parte di nomi, zone di produzione e vitigni presenti oggi nel Bel Paese che, assieme a molti altri, contribuiscono a quell’inestimabile ricchezza artistica e culturale conosciuta nel mondo.



Storia, Tradizione e Cultura

I Greci furono probabilmente il primo popolo a far conoscere l’uva nel nostro Paese. La vite venne introdotta nella Penisola nel lontano 1000 a.C. durante le campagne di colonizzazione del Mediterraneo in cui i Greci esportavano anche i loro prodotti, tra cui la vite. La Calabria e la Sicilia furono le prime basi commerciali, per poi diffondersi progressivamente in Campania e nel centro. I Greci compresero da subito le potenzialità commerciali delle bevande alcoliche e videro nello stivale la terra perfetta dove produrle.

Lo sviluppo della viticoltura e della vinificazione avvenne per opera dei Romani, che diedero una svolta fondamentale per la crescita del commercio del vino d'Italia. Espansero la coltivazione della vite in tutto il nord, fino alla Gallia e alla Britannia. Le espressioni enologiche ovviamente non erano le stesse che siamo abituati a bere, ma veniva spesso diluite con acqua o addizionate a miele e spezie.

Con le invasioni barbariche cadde l’impero Romano e così iniziò un lungo periodo di forte declino nella produzione. Nel basso Medioevo la viticoltura si mantenne viva grazie ai monaci dei monasteri che appresero e migliorarono le tecniche vitivinicole. I prodotti erano finalizzati al grande commercio, in cui si privilegiava l’aspetto puramente quantitativo. I primi tentativi di miglioramento avvennero in Toscana e Piemonte, dove si iniziò a seguire il modello francese di allevamento della vite e vinificazione dell’uva, con produzioni di alta qualità.

La vite iniziò un periodo di grande riscoperta, fino alla catastrofe della filossera nel 1875, che distrusse molti vigneti. Ad aggravare la situazione del vino Italia ci furono anche le guerre mondiali, durante le quali molti vigneti vennero danneggiati. Soltanto a partire dal 1970 si assiste ad una grande ripresa: l’introduzione di disciplinari di produzione e la modernizzazione delle tecniche ha portato ad un miglioramento qualitativo che è partito dalla Toscana e Piemonte per poi toccare tutte le regioni, al punto da consacrare la nostra nazione, insieme alla Francia, tra i maggiori produttori nel mondo. Visita lo store di Callmewine per trovare le migliori bottiglie di vino italiano tra le numerose offerte a prezzi competitivi.