La Malvasia di Candia è un vitigno bianco di antica origine greca coltivato in diversi territori italiani, dall’Oltrepò Pavese alle colline laziali. Nella sua variante aromatica è straordinariamente diffusa in Emilia, nelle provincie di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, dove viene spesso considerata come l’equivalente bianco del Lambrusco. La sua ricca aromaticità riesce ad esprimersi ottimamente sia nelle versioni ferme che mosse, spumantizzate o rifermentate in bottiglia, raggiungendo l’apice dell’intensità nelle interpretazioni passite o da vendemmia tardiva. Accanto alle espressioni più diffuse, negli ultimi anni piccoli produttori legati al territorio e fedeli alle tradizioni contadine hanno riproposto versioni ferme ottenute con macerazioni sulle bucce, raggiungendo risultati sorprendenti.
La Malvasia di Candia è un vitigno bianco di antica origine greca coltivato in diversi territori italiani, dall’Oltrepò Pavese alle colline laziali. Nella sua variante aromatica è straordinariamente diffusa in Emilia, nelle provincie di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, dove viene spesso considerata come l’equivalente bianco del Lambrusco. La sua ricca aromaticità riesce ad esprimersi ottimamente sia nelle versioni ferme che mosse, spumantizzate o rifermentate in bottiglia, raggiungendo l’apice dell’intensità nelle interpretazioni passite o da vendemmia tardiva. Accanto alle espressioni più diffuse, negli ultimi anni piccoli produttori legati al territorio e fedeli alle tradizioni contadine hanno riproposto versioni ferme ottenute con macerazioni sulle bucce, raggiungendo risultati sorprendenti.
La Malvasia di Candia origine risale all’Antica Grecia e, in particolare, all’isola di Creta. Questa teoria trova conferma nel nome stesso del vitigno: Candia era la capitale di Creta e il nome che tutta l’isola assunse sotto l’occupazione dei Veneziani tra il XII e il XVII secolo. L’appartenenza di questo vitigno alla più ampia famiglia delle Malvasie permette di ricondurre con sicurezza la sua diffusione all’attività dei mercanti della Serenissima Repubblica di Venezia che, entusiasmati dalle qualità del vino bianco, dopo la conquista greca da parte dei Turchi cominciarono ad importarne le piante per continuare la produzione in Italia. Il Cretico era prodotto da un insieme di vitigni a bacca bianca locali e differenti tra loro, raggruppati oggi nella medesima famiglia.
La Malvasia di Candia Aromatica diffusa oggi sulle colline emiliane di Piacenza, Parma e Reggio Emilia e presente anche a Pavia e nel Lazio, appartiene ad una più vasta famiglia che comprende 17 varietà, accomunate dall’origine greca. La variante presenta in Emilia è sicuramente la più intensa e aromatica tipologia, capace di dare vita ad espressioni enologiche molto differenti tra loro. Le ragioni della sua diffusione e fortuna nel territorio emiliano è motivata dalla sua versatilità ed alta produttività: in un territorio da sempre predisposto per la produzione di frizzanti o rifermentati in bottiglia, erano ricercate varietà produttive e dotate di quella piacevole aromaticità che potesse compensare la mancanza di corpo e struttura tipica della tipologia. In questo senso i contadini emiliano dovevano ben apprezzare una varietà intensa e generosa, ricca di sostanze aromatiche sia sulle bucce che nella polpa, che potesse dare vita a nettari frizzanti straordinariamente piacevoli e dotati di un’aromaticità unica nel suo genere e paragonabile, per intensità, solo a quella del Moscato Bianco.
La valorizzazione, negli ultimi decenni, di questo vitigno straordinario dalle molte potenzialità ancora inesplorate ha portato diversi produttori a tentare vinificazioni ferme, con macerazione sulle bucce, appassimenti o vendemmie tardive. Si possono quindi trovare in commercio oggi, accanto alle più classiche espressioni frizzanti o rifermentate in bottiglia, vini Emilia Romagna, molto intensi e complessi, in grado di comunicare appieno il meraviglioso spettro aromatico del vitigno.
Si tratta di una varietà che, sulla pianta, si presenta con un grappolo di medie dimensioni e acini piccoli, dalla bucce spessa e consistente, ricca di polifenoli. Il colore della buccia, in fase di maturazione, è dorato e opalescente, con una buona presenza di pruina Si tratta di una varietà terpenica, con sostanze odorose presenti sia sulle buccia che nella polpa, che, per ricchezza, può essere paragonata al Moscato o al Traminer Aromatico ma con caratteristiche proprie e irripetibili. Gli aromi tipici rientrano nella categoria del fruttato-tropicale e sono più chiaramente distinguibili nelle versioni passite che non in quelle frizzanti. Queste ultime, per valorizzare la freschezza e l’immediatezza del frutto, sono infatti molto spesso prodotte da uve che non hanno raggiunto una piana maturazione e che non hanno ancora sviluppato appieno il corredo aromatico. Nelle espressioni più intense e mature è invece possibile cogliere appieno l’ampiezza di un ventaglio aromatico che comprende: pesche, albicocche, frutta gialla, mango, papaya, litchi, miele e fiori bianchi.
La Malvasia di Candia viene coltivata da tanti produttori emiliani con risultati differenti tra loro. La versione più diffusa è forse quella frizzante ottenuta con Metodo Charmat o Martinotti, in grado di interpretare con spirito moderno e giovanile la vocazione del territorio per le bollicine. Tra i più celebri produttori di questa tipologia va ricordata la Cantina Ariola, celebre anche per rossi vivaci da Lambrusco ottenuti con lo stesso metodo. Eredi di pratiche più artigianali, piccoli produttori come Crocizia e Vino del Poggio, producono versioni più rustiche e contadine: il primo un rifermentato in bottiglia immediato e conviviale, il secondo un bianco macerato sulle bucce dalla personalità complessa e affascinante. Tra i produttori che hanno puntato sulle espressioni più ricche, passite o da vendemmia tardiva, ci sono Torre Fornello e Monte delle Vigne assieme a tanti altri.
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