Quando si parla di Brandy, da definizione, ci si riferisce ad una bevanda alcolica distillata a partire da vino o succhi fermentati di altri frutti. Il termine utilizzato identifica generalmente un prodotto a base di uva; il resto viene comunemente determinato dalla denominazione specifica del frutto. Che provenga da uve rosse o bianche non è importante, quello che conta è che sia un vino di qualità e che raggiunga una gradazione alcolica intorno ai 40 gradi. Vengono definiti brandy tutti i distillati di vino ottenuti al di fuori delle zone di Cognac e Armagnac. Considerato un distillato da meditazione da consumare a fine pasto, viene spesso associato all’iconica immagine di una figura sofisticata abbinato ad un sigaro fumante davanti ad un caldo camino. Se anche tu sei un amante di distillati di vino da tutto il mondo, scopri la selezione dei migliori Brandy in vendita online su Callmewine a prezzi molto competitivi.
Quando si parla di Brandy, da definizione, ci si riferisce ad una bevanda alcolica distillata a partire da vino o succhi fermentati di altri frutti. Il termine utilizzato identifica generalmente un prodotto a base di uva; il resto viene comunemente determinato dalla denominazione specifica del frutto. Che provenga da uve rosse o bianche non è importante, quello che conta è che sia un vino di qualità e che raggiunga una gradazione alcolica intorno ai 40 gradi. Vengono definiti brandy tutti i distillati di vino ottenuti al di fuori delle zone di Cognac e Armagnac. Considerato un distillato da meditazione da consumare a fine pasto, viene spesso associato all’iconica immagine di una figura sofisticata abbinato ad un sigaro fumante davanti ad un caldo camino. Se anche tu sei un amante di distillati di vino da tutto il mondo, scopri la selezione dei migliori Brandy in vendita online su Callmewine a prezzi molto competitivi.
Il nome “Brandewijn” (vino bruciato) gli viene dato nel XVII secolo dagli olandesi, che grazie alla loro potenza mercantile nel commercio di vini e di distillati, rifornendosi lungo le coste atlantiche, riuscirono ad esportarlo nel Nord Europa. Gli inglesi lo trasformarono in seguito in brandwine, abbreviandolo poi in brandy. Non si hanno riferimenti precisi sulla sua provenienza, ma, sebbene si pensa di poter collegare la nascita del brandy a questi due paesi, il distillato ha invece origine con il califfato degli Omayyadi. Intorno al 1300 gli alchimisti islamici cercavano un medicinale che potesse curare crisi respiratorie, e provarono così a purificare le bevande trovate nel corso dell’espansione in Europa Meridionale attraverso gli alambicchi. È così che i primi europei a produrre brandy furono gli spagnoli, e ancora oggi si può infatti classificare la regione di Jerez, al confine con il Marocco, una delle zone produttrici migliori del mondo.
Uno dei punti essenziali della produzione del Brandy è che il vino sia sano: senza solfiti o conservanti aggiunti, con uno scarso tenore alcolico, un’acidità elevata e un’aromaticità quasi neutrale. Questo per prevenire lo sviluppo di sapori sgradevoli nel prodotto finale. I vini interessati in questo tipo di produzione possono essere svariati: bianco, rosso o rosato. In Italia il vino più impiegato è il Trebbiano bianco, che i francesi chiamano Ugni Blanc. La produzione di Brandy può avvenire per distillazione discontinua o continua con una bassa colonna di rettifica. La gradazione di uscita dell’alcol dalla colonna è di 70 gradi, ed è sufficiente un unico ciclo di lavorazione così da non impoverire eccessivamente il distillato. In Italia l’invecchiamento per disciplinare prevede un minimo di un anno in legno, sebbene non esista ancora l’esigenza di doverlo annunciare in etichetta. I distillati di vino invecchiati vengono però solitamente riportati così:
La maggioranza della materia prima usata per realizzare il vino base è l’Arien, una varietà di uva bianca che viene vinificata per produrre un vino alcolico e con una bassa acidità, diversamente dalla scuola francese e italiana. Partendo da qui, infatti, si possono percepire delle differenze organolettiche del brandy spagnolo, più corposo e strutturato.
Il metodo Cryaderas y solera è un siserma per l’invecchiamentodel del Brandy ma anche di Rum e vini liquorosi.” Prevede normalmente tre o quattro file di botti sovrapposte tra loro. Una volta terminata la distillazione, il liquido ricavato viene posto nella cryadera superiore. Nella fila centrale si passa alle botti utilizzate per i travasi necessari alla fila inferiore, la “solera” destinata a riempire le bottiglie per la vendita, nonché sinonimo del metodo di invecchiamento da riportare sull’etichetta del brandy. Questo gioco di vasi comunicanti inventato dagli inglesi che esigevano una qualità costante di prodotto, aiuta infatti a miscelare il distillato e a renderlo stabile ed uniforme. Per il brandy non bisogna necessariamente riportare il numero di anni passati a maturare. Il “Consiglio regulador” impone però un minimo di un anno di passaggio nelle botti più elevate per il distillato giovane. Le tipologie di invecchiamento del brandy più comuni sono:
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