“Montepulciano d’ogni vino è il Re” scriveva nel Seicento il letterato Francesco Redi, riferendosi a quello prodotto nell’omonimo comune in provincia di Siena e oggi conosciuto come Nobile di Montepulciano. Si tratta di una delle specialità italiane di più antica tradizione, una grande eccellenza enologica della Toscana. Nasce da una storica selezione clonale di Sangiovese, qui chiamato Prugnolo Gentile, e da altre eventuali uve autoctone a bacca rossa, come il Canaiolo, usate in misura minima e variabile. Il disciplinare DOCG prevede un affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno 12 in legno, che raggiunge i 36 mesi per la Riserva. Profumo intenso e caratteristico, di prugna e sottobosco, e gusto equilibrato, corposo e persistente, con possibili note boisé, sono alcune delle caratteristiche che hanno decretato il suo grande successo in Italia e nel mondo.
“Montepulciano d’ogni vino è il Re” scriveva nel Seicento il letterato Francesco Redi, riferendosi a quello prodotto nell’omonimo comune in provincia di Siena e oggi conosciuto come Nobile di Montepulciano. Si tratta di una delle specialità italiane di più antica tradizione, una grande eccellenza enologica della Toscana. Nasce da una storica selezione clonale di Sangiovese, qui chiamato Prugnolo Gentile, e da altre eventuali uve autoctone a bacca rossa, come il Canaiolo, usate in misura minima e variabile. Il disciplinare DOCG prevede un affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno 12 in legno, che raggiunge i 36 mesi per la Riserva. Profumo intenso e caratteristico, di prugna e sottobosco, e gusto equilibrato, corposo e persistente, con possibili note boisé, sono alcune delle caratteristiche che hanno decretato il suo grande successo in Italia e nel mondo.
Le sue antiche e prestigiose origini sono indissolubilmente legate a quelle dello storico comune da cui prende il nome. Secondo la leggenda la città toscana venne fondata dal re etrusco Lars Porsenna sul colle chiamato Mons Mercurius, facendo qui trasferire parte degli abitanti di Chiusi. Risalirebbe a questo periodo un prezioso reperto di manifattura etrusca chiusina tuttora conservato: una tazza raffigurante Fufluns, il dio etrusco del vino, in compagnia di una menade. Un’altra testimonianza dell’antichità è fornita anche da Tito Livio che, nella sua storia di Roma Ab Urbe Condita, racconta di come i Galli, in un’occasione, avessero tentato la conquista delle colline attorno a Chiusi perché attratti dalla qualità dei nettari di uva lì prodotti.
Il primo documento storico che testimonia lo sviluppo vitivinicolo nel comune risale al 789 d.C. e riguarda la donazione alla Chiesa di un pezzo di vigna posta nel castello di Policiano. Un documento del 1350 inoltre stabilisce la clausole per il commercio e l’esportazione dei vini rossi del territorio, primo seme di quello che secoli dopo diventerà il Nobile Montepulciano.
A partire dal Medioevo e soprattutto nel Rinascimento la fama e il prestigio del rosso prodotto in quel comune crebbe enormemente: nel 1500 il cantiniere di papa Paolo III Farnese ne esalta l’eleganza e la nobiltà; nel 1685 il letterato Francesco Redi, nel suo pometto Bacco in Toscana, lo elogia riconoscendogli un primato assoluto.
Il nome attuale di Vino Nobile di Montepulciano viene testimoniato per la prima volta in un documento del 1787, con cui vengono donati al Conservatorio di Firenze, chiamato il Conventino, 28 fiaschi. Questo nome fu poi ripreso nel XX secolo da uno storico produttore, Adamo Fianetti, che, con tenacia e grande dedizione, ne sancì la definitiva consacrazione.
Nel corso dell’Ottocento la produzione del Montepulciano Nobile conobbe una significativa flessione e, all’inizio del Novecento, sembrava una specialità appartenente al passato. Solo grazie all’ottimo lavoro di brillanti produttori, questa antica tipologia venne rivalutata e riscoperta, tornando ad essere considerata una grande eccellenza del territorio conosciuta nel mondo. Nel 1965 viene fondato un Consorzio di tutela, nel 1966 gli viene riconosciuta la DOC e nel 1980 la DOCG.
Il suo recente successo ha portato nuove cantine a dedicarsi alla sua produzione e a riscoprire le tradizioni del territorio ma l’area di produzione è rimasta inalterata nel secoli. L’elemento essenziale che definisce l’identità di questa eccellenza toscana è infatti il legame con il territorio, un connubio indissolubile che lega passato, presente e futuro.
Il vino Nobile di Montepulciano Docg è prodotto da uve Sangiovese, chiamato localmente Prugnolo Gentile, per almeno il 70%. Possono concorrere, fino ad un massimo del 30%, altri vitigni del territorio, tra cui varietà a bacca bianca per non più del 5%.
La zona di produzione ricade nel territorio amministrativo del comune in provincia di Siena e comprende i vigneti posti tra 250 e 600 metri di altitudine. Le operazioni di vinificazioni e affinamento devono essere svolte nella stessa area storica di produzione.
È obbligatoria una maturazione minima di 24 mesi prima della commercializzazione, di cui almeno 12 mesi in legno. Sono pertanto consigliate tre possibili opzioni: 24 mesi in botti di legno; 18 mesi in legno e poi in altro recipiente; 12 mesi in legno, poi in altro contenitore e almeno 6 mesi in bottiglia. Per questo motivo la messa in commercio non può avvenire prima dei due anni calcolati a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia. La menzione di Riserva è possibile solo dopo 3 anni di affinamento, di cui almeno 12 in legno e 6 in bottiglia. Condizione imprescindibile per questa variante più strutturata è il titolo alcolometrico volumico superiore ai 12,5%.
Per l’imbottigliamento è prescritto il tappo di sughero e la bottiglia bordolese di vetro scuro. In etichetta è possibile citare il vigneto particolare da cui è prodotto se le uve sono state lavorate in contenitori separati sia per le operazioni di vinificazione che di affinamento.
Struttura, carattere, intensità e persistenza sono le principali caratteristiche del vino Nobile di Montepulciano. Si presenta di colore rosso rubino intenso che, con l’invecchiamento, vira verso tonalità granate. Al naso emana tipiche note di prugna, frutti neri e spezie boschive, con eventuali e più complesse sfumature di humus, grafite, ciliegie sotto spirito e fiori secchi per le espressioni più evolute. Al palato rivela sempre corpo, intensità, calore, struttura, importanti tannini e grande personalità.
Tradizionalmente è stato considerato il più rustico tra le grandi e prestigiose eccellenze toscane ma, negli ultimi decenni, grandi produttori del territorio hanno raggiunto livelli ineguagliabili di eleganza e raffinatezza. Tra le più celebri e blasonate espressioni spiccano quelle di Boscarelli oppure il Nobile di Montepulciano Avignonesi, ma sono sempre di più i produttori, sia piccoli che grandi, in grado di offrire etichette dall’eccezionale rapporto qualità/prezzo.
I migliori abbinamenti gastronomici sono a base di carne rossa: arrosti, spezzatini, brasati, spiedini di agnello e selvaggina, anche in accompagnamento a spezie saporite e frutta secca. Tra i primi piatti consigliati rientrano sicuramente le pappardelle al ragù di cinghiale ma possono andare bene anche, per le versioni meno strutturate e corpose, anche le classiche tagliatelle al ragù di manzo, i sughi di funghi e le lasagne, anche vegetariane. Un ottimo abbinamento regionale è anche rappresentato dai formaggi stagionati: il Pecorino di Pienza in primis, ma anche il Grande Vecchio di Montefollonico, i caprini speziati della Meremma e tutti i pecorini delle colline senesi.
In seguito altri grandi produttori di vino Nobile di Montepulciano:
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