Il vino Marsala è uno dei protagonisti indiscussi del panorama enologico siciliano, una specialità che vanta un’antica tradizione e origini affascinanti che risalgono al XVIII secolo. Nel periodo in cui le navi mercantili inglesi si approvvigionavano nel porto della città, il mercante John Woodhouse caricò una cinquantina di botti piene che addizionò con acquavite per favorirne la conservazione durante il ritorno in madrepatria. Si inaugurava in questo modo quella particolare tecnica di produzione basata sulla fortificazione, sull’ossidazione e sui lunghi invecchiamenti in botti di legno ancora oggi utilizzata. La straordinaria fortuna del Marsala nel mondo è strettamente legata al successo della famiglia Florio e alla sua storica cantina, fondata nel 1833, mentre la sua rivalutazione in tempi recenti è dovuta a Marco De Bartoli e alle sue piccole produzioni di elevatissima qualità.
Il vino Marsala è uno dei protagonisti indiscussi del panorama enologico siciliano, una specialità che vanta un’antica tradizione e origini affascinanti che risalgono al XVIII secolo. Nel periodo in cui le navi mercantili inglesi si approvvigionavano nel porto della città, il mercante John Woodhouse caricò una cinquantina di botti piene che addizionò con acquavite per favorirne la conservazione durante il ritorno in madrepatria. Si inaugurava in questo modo quella particolare tecnica di produzione basata sulla fortificazione, sull’ossidazione e sui lunghi invecchiamenti in botti di legno ancora oggi utilizzata. La straordinaria fortuna del Marsala nel mondo è strettamente legata al successo della famiglia Florio e alla sua storica cantina, fondata nel 1833, mentre la sua rivalutazione in tempi recenti è dovuta a Marco De Bartoli e alle sue piccole produzioni di elevatissima qualità.
Il Marsala vino rientra nella tipologia dei vini liquorosi, di cui è l’esponente più famoso e prestigioso in Italia. La fama raggiunta in tutto il mondo è in parte dovuta alla sua vocazione internazionale, presente sin dalle origini. Pare infatti che il merito della sua invenzione sia dovuta ad un mercante inglese chiamato John Woodhouse, anche se la sua fortuna è merito della famiglia palermitana Florio, che per prima inaugurò una produzione di Marsala su vasta scala. Sin dall’antica Grecia la cittadina marittima che dà il nome a questa specialità era famosa per la produzione di mosti fermentati di ottimo livello. Pare che già sotto la dominazione romana i contadini del luogo usassero aggiungere mosto cotto alle produzioni. In età moderna il porto della città divenne uno scalo commerciale importante per le navi mercantili inglesi, anche per via della sua posizione strategica nel Mediterraneo, lungo la rotta che conduceva alle colonie.
Nel 1773 il commerciante inglese John Woodhouse caricò nella sua nave chiamata Elizabeth circa cinquanta barili di vino bianco siciliano a cui addizionò acquavite per innalzare la gradazione alcolica e per favorirne la conservazione durante il viaggio. Arrivato in Inghilterra il contenuto delle botti venne venduto in breve tempo con grande successo, tanto da rendersi necessario un nuovo viaggio in Sicilia per rifornirsi. Woodhouse inaugurò così una produzione basata sull’acquisto di vini siciliani intensi e strutturati, sull’aggiunta di alcol e sull’invecchiamento secondo il Metodo Soleras, già utilizzato in Spagna e in Portogallo. Questo metodo di invecchiamento consiste nel disporre le botti di affinamento su più file sovrapposte andando a formare una piramide. Cominciando a riempire le file più in alto, ogni anno il liquido viene travasato e trasferito nelle botti più in basso. Una volta giunto alla base della piramide il prodotto risulta composto dal frutto di più annate e arricchito da aromi e sapori particolari dovuti a questo processo.
Molti commercianti inglesi seguirono l’esempio di Woodhouse e nacquero diverse case di produzione che in breve tempo riscontrarono grande successo in tutto il mondo. Nel 1833 l’imprenditore palermitano Vincenzo Florio fondò uno stabilimento produttivo che, per qualità e quantità, vinse la concorrenza con le aziende inglesi, tanto da acquisire in breve tempo la storica cantina Woodhouse. Il Marsala Florio rimane ancora oggi un paradigma indiscutibile della categoria, la memoria storica di questa grande eccellenza. Nacquero anche diversi produttori locali come Rallo, Pellegrini e Buffa e, in breve tempo, la loro fama raggiunse tutto il mondo. Nel 1969 il Marsala fu la prima Doc riconosciuta in Sicilia ma la fortuna che stava riscuotendo nel mondo fu responsabile della sua svalutazione commerciale e del proliferare di produzioni di scarsa qualità. Grazie all’impulso e al legame con il territorio e la tradizione del vignaiolo Marco De Bartoli oggi tutti i produttori di Marsala hanno ricominciato a puntare sulla qualità e l’eccellenza.
La Doc circoscrive il territorio di produzione alla sola provincia di Trapani, con l’esclusione di Alcamo, Pantelleria e Favignana, e prevede diverse tipologie a secondo del metodo di produzione:
Un discorso a parte merita il vino Marsala Vergine, unica tipologia a poter essere definita non conciata. Per la versione Vergine è vietata infatti qualsiasi aggiunta che non sia di acquavite o di alcol etilico di origine vitivinicola. Non sono ammessi né mosti cotti o concentrati né mistelle e può nascere solo da uve bianche. Per il suo invecchiamento è previsto solo il Metodo Soleras. A seconda della tipologia di Marsala possono variare gli abbinamenti consigliati. Le versioni secche possono per esempio accompagnare formaggi molto saporiti ed erborinati mentre i Marsala dolci si accostano tradizionalmente anche a dolci al cucchiaio. È bene tenere presente però come le migliori espressioni siano da considerare da meditazione, per cui è consigliabile degustarle da sole.
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