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Macchiona 'Dieciannidopo' La Stoppa 2002
La Stoppa

Macchiona 'Dieciannidopo' La Stoppa 2002

La "Macchiona Dieciannidopo" de La Stoppa è un vino rosso piacentino che vale la pena attendere nel tempo. Figlia di un'annata critica, accetta la sfida di dare il meglio di sè in bottiglia, uscendo sul mercato 10 anni dopo. Al naso è profondo e riconoscibile, sa di terra bagnata e foglie d'autunno, di mora e amarena matura, di pelle e liquirizia. In bocca è ancora sostenuto da viva freschezza, vibra e destabilizza per tensione e finezza.

Non disponibile

44,00 

Caratteristiche

Denominazione

Emilia IGT

Vitigni

Bonarda 50% e Barbera 50%

Tipologia

Gradazione alcolica

14 %

Formato

Bottiglia 75 cl

Vigneti

Tra i 15 e i 40 anni di età, a Rivergaro, su suoli limosi e argillosi. Agricoltura biologica

Vinificazione

Macerazione sulle bucce per 40 giorni in acciaio o cemento e fermentazione alcolica spontanea in botti di rovere da 15-20 hl. In bottiglia senza filtrazione o aggiunta di solforosa

Affinamento

Almeno 12 mesi in tini di legno da 40 ettolitri e poi 10 anni in bottiglia

Filosofia produttiva

Vignaioli Indipendenti, Senza solfiti aggiunti o minimi, Lieviti indigeni, Triple A, Artigianali

Note addizionali

Contiene solfiti

DESCRIZIONE DEL MACCHIONA 'DIECIANNIDOPO' LA STOPPA 2002

Il "Dieciannidopo" Macchiona La Stoppa è un rosso emblematico e coinvolgente, compendio della dimensione artigianale dei colli piacentini. Quando si parla di liquidi territoriali ed espressivi non si può non pensare alla fervente realtà emiliana di Elena Panaleoni ed alla celebre figura di Giulio Armani. Giulio è il perfetto esponente dell'enologo-contadino, nell'accezione più nobile del termine, ed ha sempre anteposto l'attenta osservazione e l'esperienza alla mera applicazione nozionistica. L'incontro con Elena Pantaleoni, donna sensibile e decisa, nonché proprietaria di diversi ettari di vigna a Rivergaro ereditati dal padre, ha dato vita ad uno dei sodalizi più significativi per ciò che concerne il mondo del vino artigianale, lasciandoci testimonianze tangibili in forma liquida. Bottiglie romantiche, non per tutti si intende, ma col raro potere di far innamorare chi gli si accostasse con capacità di ascolto, pazienza e senza preconcetti. La stessa pazienza che ha fatto decidere a Elena e Giulio di attendere in cantina la loro creatura più irrequieta, facendola uscire appunto dieci anni dopo la vendemmia, solo quando ritenuta pronta. Mai scelta fu più azzeccata, ci sentiamo di aggiungere.

La Macchiona "Dieciannidopo" è frutto di un'uvaggio tipico del piacentino, composto in modo paritario da Barbera e Bonarda. Per quanto riguarda l'agricoltura, l'approccio di Giulio ed Elena è categorico e intransingente: rispetto assoluto di vigna e territorio, bandendo l'uso di qualsiasi sostanza chimica o di sintesi, in modo che uva e territorio parlino senza filtri. In cantina l'approccio è consequenziale, pertanto dopo un’attenta raccolta manuale, si procede con fermentazione spontanee, lunghe macerazioni (40 giorni in questo caso) e nessuna chiarifica o filtrazione. L'affinamento avviene per 12 mesi in tini di legno da 40 ettolitri e, nel caso di questa chicca, sosta in vetro per 10 anni prima di essere commercializzato.

Il "Dieciannidopo" firmato La Stoppa irrora il calice con il suo rosso fitto e compatto, che vira sui bordi verso tonalità granate. Mettere il naso in un vino di Elena e Giulio equivale a non dimenticarlo più, e questo non fa eccezione. I descrittori si sprecano, e vanno dalla frutta matura a richiami ematici, dal cuoio alla liquirizia, ma ciò che colpisce indelebilmente è la dimensione terragna e terrena del liquido, che riconduce senza esitazione al suo luogo d'origine. In bocca il vino è vivissimo, trainato da una freschezza indomabile e da un tannino scolpito. Lunghissima l'eredità che lascia, non solo in bocca, ma nella memoria. Unicum, da provare almeno una volta nella vita.

Colore

Rosso rubino cupo e fitto

Profumo

Polpa matura di mora e amarena, cuoio e liquirizia, terra umida e foglie secche

Gusto

Intenso e profondo, teso e fine, sorretto da una accesa freschezza, persiste il suo ricordo