Regione | Campania (Italia) |
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Anno fondazione | 2004 |
Ettari vitati | 42 |
Produzione annuale | 500.000 bt |
Indirizzo | Azienda Agricola San Salvatore, Via Dioniso - 84050 Giungano (SA) |
Enologo | Riccardo Cotarella |
La cantina San Salvatore si trova nel cuore del Cilento, una terra in cui la viticoltura dimora fin dai tempi della prima colonizzazione greca. L’area, tutelata dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, comprende Stio, Giungano e le meravigliose architetture dei templi di Paestum, uno tra siti archeologici più suggestivi e meglio conservati della Magna Grecia. La tenuta si estende complessivamente su 97 ettari, di cui poco più di venti vitati e il resto destinati a oliveto, frutteto, seminativi e bosco ceduo. Il progetto è nato dal desiderio dell’imprenditore Pippo Pagano di cimentarsi in una nuova avventura che si ricollegasse alle antiche tradizioni e alla cultura del territorio.
Le terre del Cilento si sono rivelate perfette per un’azienda che, oltre ad allevare Bufale per la produzione di latte per le mozzarelle, voleva intraprendere un percorso personale nel mondo del vino. La stella polare di San Salvatore è stata da subito la qualità senza compromessi. Per le vigne, sono state scelte le esposizioni e i terreni migliori, cercando di coltivare ogni vitigno nel luogo più adatto. Il clima mediterraneo, influenzato dalle brezze del Mar Tirreno, consente una perfetta maturazione delle uve. Il desiderio di ritrovare il filo di una storia antica, ha stimolato la ricerca di creare vini capaci di esprimere la personalità del territorio con una forte carica d’identità.
Le vigne si trovano in un contesto di grande biodiversità naturale e sono gestite in regime di agricoltura biologica, con utilizzo solo di zolfo e rame. Le piante sono accudite con cura e passione, in modo che possano produrre uve di ottima qualità senza alcuna forzatura. La vite trova così il suo naturale equilibrio produttivo e regala pochi grappoli di alta qualità, con aromi ricchi, intensi e maturi. Una materia prima che non richiede interventi in cantina, ma anzi necessita di un approccio enologico leggero, che porti in primo piamo la qualità straordinaria delle uve. La scelta dei vitigni si è orientata sugli autoctoni campani: Fiano, Greco, Aglianico, tranne una piccola trasgressione per il Pinot Nero, che ha trovato le condizioni per esprimersi su livelli interessanti.