Regione | Lazio (Italia) |
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Anno fondazione | 2006 |
Ettari vitati | 10 |
Produzione annuale | 9.000 bt |
Indirizzo | San Giovenale Habemus, Loc. La Macchia, 01010 Blera (VT) |
Enologo | Marco Casolanetti |
San Giovenale sorge nella stupenda regione della Tuscia, resa incantevole dagli antichi e meravigliosi paesaggi in cui ancora si respira la forte cultura etrusca da cui trae il proprio nome. Blera, piccolo e caratteristico borgo circondato dalla sperduta campagna, accoglie questa cantina quasi inglobandola nel proprio verde abbraccio. Il nord del Lazio, con i poetici panorami che spaziano dalle onde del Mar Tirreno, alle colline vitate fino ai monti, ispira fortemente il vignaiolo Marco Casolanetti che, dopo l’esperienza marchigiana dell’Oasi degli Angeli, decide di applicare la propria filosofia produttiva alle terre della provincia di Viterbo. L’unione tra bellezza e sentimento è il motore corroborante che ispira questa cantina dall’inclinazione fortemente biologica, che si pone il fermo obiettivo di salvaguardare il territorio e i suoi vigneti.
San Giovenale cresce i suoi Cabernet Franc, Grenache, Sirah e Carignan su terreni dalla forte componente argillosa, allevandoli ad alberello, seguendo la tradizione contadina che ha portato queste viti da Spagna e Francia. Particolare degno di nota è la densità di impianto altissima che porta le piante ad una resa piuttosto bassa a vantaggio della qualità e ricchezza di sostanze utili in fermentazione. In campo viene utilizzata esclusivamente acqua surgiva e prodotti vegetali, per la salute delle piante. Le fermentazioni avvengono spontaneamente e tutte le etichette escono dalla cantina dopo aver trascorso almeno 20 mesi in barrique nuove. La grande attenzione per l’ambiente si traduce concretamente in una serie di soluzioni a basso impatto ambientale in fase produttiva, per ottenere una sostanziale conservazione dell’energia e senza l’impiego di combustibili fossili.
La forte personalità dei rossi di San Giovenale è identificabile nella potenza del frutto, con i suoi effluvi di frutti di bosco sciroppati o sotto spirito e le noti dolci di appassimento, accanto alla lignea speziatura, in un corpo diretto caldo, piacevole ed i tannini carezzevoli che accomunano le sue etichette. È un calice che ci trasporta in un viaggio nello spazio, in un sorso sembra di essere in un villaggio etrusco, circondati dal canto degli uccellini e dal sibilare del vento nell’erba alta, in un panorama unico di campagna incontaminata. Nella sincera semplicità dei tempi che furono e che non saranno più, la complessità e la ricchezza di questi calici ci prendono per mano in un viaggio sensoriale unico nel suo genere, per incontrare una realtà per nulla scontata.