Il Barolo Riserva "Rocche dell'Annunziata" del Cavaliere Lorenzo Accomasso è un leggendario monumento enologico delle Langhe, realizzato nella frazione di Annunziata La Morra e affinato per oltre 5 anni in botti di legno. Ha un profilo nobile e importante, con una struttura raffinata, possente e voluminosa, che si distende su ampie ventate di spezie dolci, cuoio, tabacco, liquirizia, petali di viola e confetture di frutta rossa. Categoria campione!
Il Barolo Riserva “Rocche dell’Annunziata” di Lorenzo Accomasso è un monumento leggendario che naviga in mare aperto con stive cariche di tesori raffinati ma voluminosi e pratici. Viene realizzato con uve Nebbiolo provenienti dal vigneto della frazione Annunziata della Morra, frazione dell’Annunziata di Borgata Pozzo. Lorenzo, Lurens per gli amici in Langa, ha alle spalle la bellezza di oltre 70 vendemmie e ha la capacità di dar vita con le sue mani a una delle espressioni più vere e blasonate del panorama langarola. Lo si riconosce per il cappellino da baseball calato in testa, l’essenza schiva e la disponibilità del contadino, che si è mantenuta intatta nonostante sia ormai una figura mitologica.
Il “Rocche dell’Annunziata” Barolo Riserva ha origine da un terreno di impasto mediamente argilloso e da vigne di circa quarant’anni, curate anno per anno da Lorenzo. Le viti sono allevate nel completo rispetto dell’ambiente, dell’ecosistema, con un occhio di riguardo per la biodiversità, così da arrivare a raccogliere, stagione dopo stagione, uve sane e concentrate. Proviene da lunghe macerazioni, che gli permettono di invecchiare lentamente ed uscire così con un anno di più sulle spalle, rispetto agli altri produttori. Infatti è affinato per 5 anni in botti grandi, seguendo prima in legno e poi almeno 18 mesi in bottiglia.
“Rocca della Annunziata” è uno dei migliori vigneti di La Morra e questo barolo ne è la prova tangibile. Riempie il calice di colore fulgido, salmastro: un granato con riflessi aranciati. I sentori richiamano cuoio, tabacco, confetture di ciliegie e i toni avvolgenti della violetta si sollevano al naso. Una venatura di liquirizia incontra il ferro e gli aghi di pino nell’umido del sottobosco. Il sorso si scopre ampio, di struttura, quasi materico a chiamare la stoffa. Il tannino circonda e consolida la struttura, con intensità e classe. Ad ogni sorso evolve, assaggio dopo assaggio riempie il cuore. Longevità quasi sconfinata per un colosso dei rossi italiani!
Granato con riflessi aranciati
Intense e ampie note di confettura di frutti di bosco, viola, spezie dolci, caffè, cacao, liquirizia e cuoio
Maestoso, profondo e di grande classe, stoffa e volume, con un tannino vellutato e rotondo