Il Timorasso è un vino bianco dal carattere fresco e moderno che si è riaffermato solamente negli ultimi anni, grazie all'impegno e alla passione di alcuni produttori, come il pioniere Walter Massa. Proviene dall'omonima uva a bacca bianca che risulta poco vigorosa e dalla maturazione precoce, legata da sempre alle antiche tradizioni del Tortonese. Personalità, freschezza e mineralità, sono le tre caratteristiche che definiscono il miglior Timorasso. Un'espressione molto tipica e di buona struttura, in grado anche di stupire dopo anni di invecchiamento: bottiglie che con grande semplicità raccontano fedelmente questo lembo di terra del Piemonte
Il Timorasso è un vino bianco dal carattere fresco e moderno che si è riaffermato solamente negli ultimi anni, grazie all'impegno e alla passione di alcuni produttori, come il pioniere Walter Massa. Proviene dall'omonima uva a bacca bianca che risulta poco vigorosa e dalla maturazione precoce, legata da sempre alle antiche tradizioni del Tortonese. Personalità, freschezza e mineralità, sono le tre caratteristiche che definiscono il miglior Timorasso. Un'espressione molto tipica e di buona struttura, in grado anche di stupire dopo anni di invecchiamento: bottiglie che con grande semplicità raccontano fedelmente questo lembo di terra del Piemonte
C’è una terra antica e poco conosciuta all’estremo oriente della regione Piemonte. Stiamo parlando dei Colli Tortonesi, che si sviluppano tra l’Oltrepò e il Monferrato e che è rimasta sempre ai margini del grande panorama enologico italiano. Qui nasce il Timorasso, vite autoctona a bacca bianca della provincia di Alessandria, coltivata da sempre dai contadini locali.
La sua storia antica non è tra le più gloriose, anzi a causa dei grandi rossi della zona è sempre stato sottovalutato e visto come un vino dal carattere poco nobile venduto per lo più sfuso. La storia moderna invece è più avvincente e inizia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 grazie all’iniziativa dei Vigneti Massa Timorasso che grazie all'attività del suo fondatore Walter, che dà il proprio cognome alla cantina, e attraverso un movimento di recupero e sperimentazione, ha rivitalizzato e dato visibilità al territorio Tortonese e riscoperto questo grande bianco, unico per longevità e freschezza.
La prima annata esce nell’87 e da subito si intuiscono le sue potenzialità. Nasce l’etichetta Derthona, in onore dell’antico nome della città di Tortona, che di lì a poco viene registrata e acquistata nella camera di commercio di Alessandria. In seguito viene concesso l’utilizzo gratuito di questo termine a tutte quelle cantine che producono bianco ottenuto dalle sole uve tipiche che abbiano quelle peculiari caratteristiche, raccolte e vinificate nella zona classica del vitigno. Perché d’altronde come dice il suo realizzatore “se a Chablis lo Chardonnay si marchia come Chablis, se a Taurasi l’Aglianico si chiama Taurasi, se a Gattinara il Nebbiolo viene identificato come Gattinara, perché a Tortona il Timorasso non si può marchiare come Derthona?”.
E' così che Walter diventa il “Padre” di questo vino Timorasso, il pioniere della sua riscoperta, colui che ha restituito identità e dignità a questo territorio. In breve tempo inizia a conquistare e a farsi strada nel mercato nazionale e internazionale, reggendo il confronto con grandi bianchi italiani. Sulla scia del fondatore altri produttori della zona iniziano a riscoprirlo, consacrandolo come il grande bianco da invecchiamento che mancava al panorama vinicolo piemontese.
Il Timorasso si abbina gradevolmente con antipasti freschi, primi piatti di buona aromaticità, come i Tajarin piemontesi al tartufo nero o i ravioli di Derthona, preparazioni a base di carni bianche, pesce cotto in vari modi, torte salate e frittate di verdura. Quando invecchia si sposa perfettamente con formaggi stagionati saporiti, come il Montebore piemontese, ma può anche diventare un ottimo compagno di meditazione. Insomma è un vino a tutto pasto, capace di esaltare la cucina piemontese e non solo.
La travolgente freschezza, la spiccata mineralità, la bilanciata sapidità e quel piacevole e morbido corpo lo rendono adatto anche ad una lunga evoluzione, al punto che alcuni critici dicono che possa sorprendere e dare il meglio di sé al raggiungimento dei 10 anni in bottiglia. Le note odorose cambiano, se da giovane emergono freschi profumi agrumati e floreali, con il passare del tempo si accentua la nota aromatica, la frutta matura, la mineralità e l’idrocarburo.
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