Regione | Sardegna (Italia) |
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Anno fondazione | 2002 |
Ettari vitati | 70 |
Produzione annuale | 300.000 bt |
Indirizzo | Via Cagliari 78 - 09010 Santadi (CI) |
Enologo | Giorgio Marrone, Riccardo Curreli |
Agripunica è un celebre nome dell’enologia sarda essendo la cantina nata dalla collaborazione tra Santadi, realtà produttiva del Sulcis, Tenuta San Guido, pietra miliare del mondo del vino italiano, e Giacomo Tachis, uno dei più importanti enologi italiani mai esistiti a cui si deve la nascita del Sassicaia. In particolare, la fondazione di Agripunica risale al 2002 ed è conseguente all’acquisto di due tenute, una a Barrua e una a Narcao, situate all’interno della zona del Basso Sulcis, nell’estremità sud-occidentale della Sardegna. L’isola sarda era un territorio in cui Tachis credeva fortemente ed è così che in una cena a Verona durante il Vinitaly convinse Antonello Pilloni, presidente della cantina Santadi di cui l’enologo era consulente, e il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, titolare di Tenuta San Guido, altra realtà seguita da Tachis, di intraprendere quest’ambiziosa joint-venture.
La superficie vitata a disposizione della tenuta Agripunica conta 70 ettari di vigneti, distribuiti tra le località di Barrua e Narcao e impiantati su terreni sassosi e sabbiosi molto profondi, caratterizzati altresì dalla presenza di argilla e calcare. Su di essi, la cantina alleva Carignano e Vermenino, varietà autoctone della Sardegna, abbinate a una folta schiera di vitigni internazionali quali Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Syrah e Chardonnay. Le uve beneficiano poi del clima caldo e luminoso del Sulcis, mitigato dalla presenza del mare con le sue brezze. Tutte le vinificazioni si realizzano in vasche di acciaio inox a temperatura controllata sotto lo sguardo vigile dell’enologo, con i rossi che successivamente invecchiano in barrique di rovere francese per periodi compresi tra i 12 e i 18 mesi. Invece, il vino bianco ‘Samas’ affina tra acciaio e cemento.
Icona della cantina Agripunica è senza ombra di dubbio il ‘Barrua’, uno dei vini sardi più rinomati a livello nazionale e internazionale, frutto di una combinazione tra l’autoctono Carignano e percentuali minori dei bordolesi Cabernet Sauvignon e Merlot. Notevole anche la qualità delle altre due etichette della tenuta: il ‘Montessu’, altro assemblaggio che unisce la territorialità del Sulcis con l’eleganza delle varietà francesi, e il ‘Samas’, blend di Vermentino e Chardonnay di grande ricchezza espressiva.
"È proprio la quantità di luce a rendere questa regione unica. Il sole contribuisce all'ottima maturazione dei grappoli, soprattutto la straordinaria influenza del mare regola il caldo eccessivo e stabilizza il clima"