Region | Valle della Loira (Francia) |
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Foundation Year | 1999 |
Vineyard hectares | 5.5 |
Annual production | 30.000 bt |
Address | Route de Pompois, 1 - 79100 Sainte-Radegonde (Francia) |
Oenologist | Nicolas Reau |
Les Clos Des Treilles è una cantina fondata da Nicolas Reau nel 1999. Il fondatore è un ragazzone dalla presenza burbera e dal carattere rustico, il quale, dopo aver studiato musica ed essersi esibito in numerosi saloni da ballo come pianista jazz, a 22 anni, stanco degli scarsi guadagni e della vita decisamente agitata, decise di diventare viticoltore. Dopo aver studiato enologia presso l’Università di Montreuil e svolto alcuni tirocini a Bordeaux, approdò nella regione di Anjou, dove decise di fermarsi e mettersi in proprio. Acquistò la propria cantina nel 2002, da un altro viticoltore, con un appezzamento di appena un ettaro e mezzo, nel minuscolo villaggio di Sainte-Radegonde all’interno della regione di Anjou, nel cuore della Francia Occidentale.
Nicolas Reau alleva a Les Clos Des Treilles le sue uve Chenin Blanc e Cabernet Franc su terreni argilloso calcarei, con caratteristiche minerali uniche. Secondo i principi della biodinamica, le viti di oltre 50 anni vengono vendemmiate manualmente e la fermentazione alcolica viene avviata da lieviti indigeni. Quest’ultima viene svolta in vasche di cemento, che isolano il liquido, mantenendo la temperatura costante e successivamente la fase di affinamento viene trascorsa in botti di rovere francese per 12 mesi. Il cemento è elemento fondamentale, in quanto la temperatura di fermentazione non viene controllata e traghetta naturalmente il vino alla malolattica, ammorbidendone le durezze. La macerazione viene svolta in 5 lunghe settimane, non vi sono solfiti aggiunti né chiarifiche.
I rossi e i bianchi de Les Clos Des Treilles sono etichette che Nicolas Reau vende così come natura le ha fatte, con le loro velature inusuali, ma pur sempre piacevoli. Sono bottiglie che lasciano positivamente spiazzati, da consumare quando si vuole uscire dagli schemi preimpostati della sensorialità comune. I calici raccontano sempre qualcosa di diverso, a mano a mano che l’ossigeno ne accarezza il liquido, le note olfattive sono infinite e nettamente riconoscibili. Nel cuore della Francia a volte dogmatica, questa è una voce fuori dal coro, che rappresenta un piccolo diamante incastonato nel cuore della Nazione d’Oltralpe.